All’IIS De Titta-Fermi, scuola superiore di Lanciano (Chieti), la dirigente scolastica ha diffuso una circolare in cui chiedeva esplicitamente agli studenti e alle studentesse di chiedere l’autorizzazione dei genitori per poter organizzare nell’istituto la presentazione del libro di Francesca Vecchioni T’innamorerai Senza Pensare, il libro in cui la figlia del cantautore Roberto Vecchioni (e presidente dell’associazione Diversity) tratta il tema dell’omosessualità femminile e della scelta di vivere la propria identità alla luce del sole.
Una presentazione che è parte del progetto Incontro con l’Autore, che nella scuola si svolge tutti gli anni e per cui, come dicono gli studenti, “non è mai stato chiesto alcun tipo di permesso“. Quest’anno invece la preside ha deciso di fare un’eccezione, con la preoccupazione che il libro in questione parli di tematiche che “potrebbero urtare la sensibilità degli studenti“.
“Questa situazione è assurda – sostiene Riccardo Ferrante, rappresentante d’istituto e coordinatore del Collettivo Studentesco Lanciano -. La scuola non può e non deve far pensare ai propri studenti che si possa essere favorevoli o contrari alle differenze di genere e alle tematiche LGBT. Questi argomenti esistono e a scuola vanno affrontati senza finzioni“, dice. Inoltre ha aggiunto: “Chiediamo alle scuole di smettere di avere paura di parlare di questi argomenti. Noi vogliamo corsi di educazione sessuale e di educazione alla parità. E riteniamo che questa dovrebbe essere non solo la nostra, ma la posizione di ogni insegnante“.
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La preside chiede il permesso anche per gli interventi di un prete o di uno scrittore cattolico in tour? Va comunque detto, non a scusante ma tanto per capire in che contesto la scuola agisce, che nemmeno a livello ministeriale il coraggio si spreca. Con eccezione della Pinotti (Pinotti for president!), ci sono tanti esempi: non ci siamo ancora dimenticati degli opuscoli antidiscriminazione fatti ritirare subito dalle scuole dalla ministra (ministra per fortuna non rinominata).
Se si fosse trattato di parlare di persone di colore si sarebbe fatta lo scrupolo di non urtare la sensibilità dei razzisti?