Gregorio Martinelli Da Silva è un consigliere comunale della Lega a Bagno Ripoli, Firenze, che è stato disconosciuto dalla stessa Lega.
Costui ha infatti presentato un’interrogazione contraria alla legge contro l’omotransfobia, perché a suo dire non sarà più “possibile esprimere i propri pensieri riguardo l’argomento omosessualità a meno che non siano elogi, venendo emarginati o addirittura puniti coloro i quali vedono le relazioni omosessuali come gravi depravazioni”. Non contento, codesto signore ha chiesto l’istituzione della “giornata in difesa del cattolico eterosessuale“, perché a suo dire con “l’avanzamento dell’ideologia LGBT arriveremo anche al punto di penalizzare tutta la categoria degli eterosessuali, soprattutto maschi“. Per non farsi mancare niente, Da Silva ha rimarcato come gli “atteggiamenti” di noi omosessuali sarebbero “da condannare, che non vuol dire punire“. Apriti cielo.
Come riportato da FirenzeToday, il sindaco Francesco Casini di Bagno a Ripoli, del Partito Democratico, ha tuonato su Facebook: “Rabbrividisco alle parole del consigliere della Lega quando dichiara che la legge contro l’omo e la transfobia ha come ‘unico scopo quello di incentivare e favorire l’omosessualità’, quando dice che le relazioni omosessuali sono ‘gravi depravazioni’, quando definisce l’omosessualità ‘atteggiamenti’ che per lui sono da ‘condannare’ ma precisando (e per fortuna!) che ‘condannare non vuol dire punire’ (sic.) e quando arriva persino a sostenere che l’omofobia è qualcosa ‘che in realtà non esiste’. Una sequenza di deliri e luoghi comuni violenti, aberranti e pericolosi, che vanno oltre i limiti della ragione, utilizzati dal consigliere di Salvini per chiedere l’istituzione di una giornata dedicata a coloro che secondo lui sarebbero i ‘veri discriminati’, per di più ‘costantemente minacciati’, i cattolici eterosessuali”.
Ma la reazione più inattesa è arrivata dalla stessa Lega. Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista sconfitta alle ultime regionali, ha definito l’uscita del ‘collega’ semplicemente “surreale”.
Si tratta di una iniziativa che il consigliere ha portato avanti in totale autonomia senza mai essere stata concordata col partito, che anzi aveva diffidato il soggetto dal presentare questa mozione. Le affermazioni contenute nel testo sono lontane anni luce dal nostro modo di concepire la società di oggi e non posso che prenderne le distanze. Oltretutto, in un momento così difficile per migliaia di famiglie italiane, che stanno facendo i conti con una crisi sociale ed economica senza precedenti a causa della pandemia, affrontare queste tematiche in un consiglio comunale è davvero sconveniente e quasi surreale.
Durissima anche la reazione del Pd nazionale, per bocca di Marco Furfaro.
A leggere l’ennesima follia leghista, non ci si crede.
Mentre decine e decine di ragazze e ragazzi sono stati cacciati di casa per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere, mentre centinaia di giovani sono stati insultati, picchiati e aggrediti per strada perché colpevoli di essere e di amare, mentre alcuni sono arrivati persino a suicidarsi a causa dell’odio della propria famiglia o della società, il consigliere leghista dice che è lui quello discriminato. Che l’omofobia non esiste. Eppure, per trovarla, non avrebbe nemmeno bisogno di cercare storie e di guardare i numeri. Gli basterebbe fare una cosa: rileggere la sua interrogazione e le sue parole. Gli basterebbe, insomma, guardarsi allo specchio.