A Charlotte, USA, c’è un ristorante molto molto speciale, che farebbe gridare a chiunque “Bitch, I’m faboulous!”. Sono sicuro che non abbiate mai visto nulla del genere. Si chiama Boulevard 1820, è un ristorante tutto a tema Drag Queen: direttore, staff, spettacoli, perfino il menù.
Shane ‘Buff Faye’ Windmeyer, uno dei soci del locale, è una punta di diamante della comunità LGBTQ di Charlotte. Il suo impegno per la causa è notevole: fa drag da 10 anni, con lo scopo di raccogliere fondi a scopi benefici. È anche fondatore del Campus Pride, organizzazione no profit americana che sta dalla parte degli studenti LGBTQ dei campus della nazione.
Al Boulevard 1820, il concetto di cena + drag queen show è elevato a un livello completamente diverso da quelli cui siamo abituati. Al centro del concept, le drag queen e l’intrattenimento drag, che negli USA si è ritagliata una fetta a sé stante della comunità arcobaleno. Come direbbe RuPaul, a real drag queen realness!
Il menù non è ricercato – molto americano, molto street food – ma è naturalmente a tema: “The Big Tease Starters” (= gli antipasti dalle movenze provocanti), “Kiki Tacos” (Let’s have a kiki!), “Sassy Sides” (= i contorni sfacciati. “Sassy” è un vocabolo cult dello slang drag) e “Leaf Me Alone Salads” (gioco di parole, leaf significa foglia ma nel contesto viene inteso come “lasciami stare”).
Boulevard 1820 non è il primo ristorante del genere.
Proprio all’inizio di quest’anno, il New York Times ha stabilito che questa sia l’epoca d’oro delle drag. Aziende di cosmesi, Youtubers e manifatture di parrucche hanno svoltato grazie alla scia del successo avuto da RuPaul’s Drag Race – che tutti noi amiamo, giusto? Il quotidiano americano non ha citato i ristoranti a tema drag, ma il settore è fiorente, e non riguarda solo il Boulevard 1820. A Jacksonville e St.Louis, uno dei primi locali food a tema è stato l’Hamburger Mary’s, che ha festeggiato da poco l’apertura del ventesimo locale. E poi c’è il Lips, che sta per aprire a Chicago dopo l’esperimento ben riuscito ad Atlanta.
Come cita un articolo del Post and Courier, Azali, immigrato iraniano con un passato da studente di un college Quacchero in North Carolina, vide il mondo spalancarsi letteralmente davanti ai suoi occhi quando scoprì la scena drag a Manhattan, negli anni ’80. Azali aveva già intuito che i drag queen shows potessero essere una buona leva di successo per i ristoranti, specialmente nei quartieri più loschi della città. Così, nel 1991, iniziò ad abbinare brunch e drag show al Perry’s di Washington, D.C.. Azali è stato uno dei pionieri di questo fortunato abbinamento di ristoranti e drag queen.
La clientela? Se vent’anni fa era prevalentemente gay, ora anche al Boulevard 1820 è molto mista, ma le donne sono le vere appassionate del genere!
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