Il primo Pride del 2016 si è svolto a Napoli.
Un Pride atipico, non solo perché connotato dalla sua consueta vocazione “mediterranea”, ma perché ha percorso le strade in un quartiere periferico, Bagnoli, e non il centro città e l’attiguo lungomare.
Un Pride preceduto da discussioni spinose sull’opportunità di spostare la manifestazione in una zona “calda” della città, “calda” per la discussione politica che si sta consumando sul futuro di Bagnoli. Discussione che contrappone le scelte del governo alle prese di posizione del Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e delle associazioni del luogo.
Ma il Pride a Bagnoli ha avuto il chiaro significato di una sfida civile e non politica. La sfida di portare i diritti in una zona della città che sembra essere oggi più in difficoltà. Schiacciata prima dalla speculazione edilizia e industriale del recente passato e poi soffocata dalla dismissione che è seguita al fallimento delle precedenti stagioni economiche e politiche.
D’altronde la storia della rivendicazione LGBT in UK insegna: l’alleanza tra movimenti gay, lesbici e trans e movimenti della società civile porta a risultati importanti (ricordate il film Pride? L’alleanza tra minatori e gruppi LGBT nel lontano 1985?).
Il Pride è partito da piazzale Tecchio a Fuorigrotta ed è arrivato nel cuore di Bagnoli, passando accanto ai resti dell’ex Italsider e approdando all’interno dell’ex base militare della NATO che, per la prima volta, è stata utilizzata per una manifestazione pacifica e partecipata dalla cittadinanza.
Alla testa del corteo, insieme ai vari rappresentanti delle associazioni LGBT campane, c’era il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che, come ogni anno, ha sfilato con orgoglio insieme ai militanti. Accanto a lui, la Tarantina, figura storica e icona dei Femminielli napoletani.
E poi Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, Giuseppina La Delfa, leader storica di Famiglie Arcobaleno, Fiorenzo Gimelli, presidente di Agedo, Ottavia Voza, responsabile nazionale Arcigay per le politiche trans, Nadia Girardi, presidente di Arcigay Basilicata e Pierluca Visco, presidente di Arcigay Molise. Inoltre bisogna segnalare la divertentissima presenza a sorpresa di Diego “Zoro” Bianchi e Marco Damilano.
La madrina di quest’edizione 2016 del Pride è stata Cristina Donadio, attrice da sempre vicina alle istanze della comunità LGBT, musa e interprete dei lavori teatrali e cinematografici di Enzo Moscato e Pappi Corsicato, che in questi giorni possiamo seguire nella fortunata serie televisiva Gomorra, nel ruolo della cattivissima Scianel.
Cristina Donadio, coadiuvata da Vittorio Carità, ha regalato alla folla una breve ed intensa performance per rievocare due grandi personalità “controcorrente” che ci hanno lasciato negli ultimi mesi: David Bowie e Marco Pannella.
C’è vita su Marte? Si chiedeva il grande Bowie/ Ziggy Stardust.
Non sappiamo al momento nulla di certo su Marte ma a Bagnoli sì, c’è tanta vita ed è una vita che reclama diritti, uguaglianza e leggi sempre più giuste.
Qui una gallery con tante altre foto dall’evento.
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