Treviso: la storia del Pride più ostacolato d’Italia

Ci ha messo lo zampino anche la Curia locale: ma alla fine il Treviso Pride ci sarà

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3 min. di lettura

È stato uno dei Pride più discussi del 2016, ma si è riusciti comunque a realizzarlo, grazie all’impegno di numerose associazioni. È il Treviso Pride, che dopo varie giornate di dibattiti, convegni, letture, rassegne teatrali e cinematografiche, sfocerà nel corteo finale del 18 giugno.

Abbiamo già parlato ieri in modo riassuntivo della delicata situazione in corso, tra patrocini non riconosciuti e polemiche: la realizzazione dell’evento in realtà è stata ben più problematica di quanto si potrebbe pensare.

Sostanzialmente la maggioranza è rimasta per mesi spaccata sulla questione del patrocinio; di pochi giorni fa la notizia di un accordo raggiunto: la svolta per il sì è nata la sera del 12 aprile dopo il tavolo politico delle liste e dei capigruppo. La coalizione si è votata a favore, ma ha anche voluto tutelare le differenti sensibilità e le stesse divisioni in partiti e liste. Politicamente, 4 componenti su 5 (Pd, Treviso Civica, Sel e Impegno Civile) erano per il sì (“di massima, pur rispettando tutte le opinioni diverse”). Per il no solo Per Treviso: c’erano Fabio Pezzato e Roberto Bonaventura. Contraria anche Sinistra Civica, con Domenico Zanata e il capogruppo Daniela Zanussi. I partiti sostanzialmente hanno dato il loro appoggio pur evidenziando alcuni disaccordi, ma spetta al Sindaco dare il placet ufficiale all’evento. Il Primo cittadino ha ammesso di avere inizialmente pensato di concedere il patrocinio, ma di aver poi constatato come la questione fosse “complessa” anche nella coalizione, senza contare l’inaspettato e durissimo attacco della Curia tramite svariati articoli pubblicati nelle settimane scorse sul settimanale La vita del popolo di Treviso.

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Infatti la Curia locale ha screditato duramente il Sindaco: “non si può piacere a tutti, anche se si vorrebbe tanto. E a noi, lo diciamo chiaramente, anche se con qualche dispiacere, non piacciono per niente molte delle ultime ‘mosse’ della giunta Manildo in tema di diritti civili, convivenze, questioni etiche e dintorni. E osiamo pensare che non piacciano anche a molti cittadini ed elettori trevigiani”. Il monsignor Bonomo, direttore della pubblicazione della Diocesi di Treviso, attacca le iniziative pro-LGBTI alle quali il Comune ha concesso il patrocinio, in modo meschino e discriminatorio: “Si passa dall’appoggio alle iniziative formative del Centro della Famiglia al plateale abbraccio alla ‘madre’ della legge sulle Unioni civili, la senatrice Cirinnà. Dal patrocinio alla ‘Festa del papà’ con il leader del Family Day Massimo Gandolfini a quello, probabile, al Gay Pride. Da interessanti progetti educativi al palese apprezzamento per bizzarre iniziative di educazione sessuale, supportate dalla psicologa Teresa Rando”. Il monsignore ricorda bene come il Comune abbia patrocinato anche un evento dall’ideologia tradizionalista e discriminatoria presieduto da Massimo Gandolfini, il famoso neurochirurgo ‘illuminato’ tra i maggiori fautori del Family Day, nonché propugnatore di una propaganda omofoba al limite del razzismo.

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È incredibile come, se la Curia o la rappresentanza ecclesiastica di un dato luogo si opponga a determinate questioni politiche che non dovrebbero essere di propria competenza, queste ne vengano inevitabilmente penalizzate, mettendo in difficoltà gli organi cosiddetti “laici” (in modo, a quanto pare, presunto) che dovrebbero occuparsene. Nonostante tutto, la manifestazione ci sarà e fortunatamente riuscirà ad avere anche l’agognato patrocinio del Comune.

Il programma è ricchissimo: molti sono gli eventi che accompagneranno l’Onda Pride trevisana, e potete visionarli tutti sul sito ufficiale o sulla pagina Facebook. Ricordatevi anche, se volete, di contribuire con una piccola donazione al crowdfunding per l’evento.

 

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