Perché dare questa notizia?
In effetti non si tratta che dell’ennesimo piccolo, insignificante gruppo di cristiani integralisti che hanno guadagnato qualche minuto di visibilità nell’etere. Ma il problema è un altro. Il problema è che questo è l’anno delle elezioni presidenziali nel paese capofila delle democrazie occidentali. Questo significa che a novembre si decide il futuro del mondo nei prossimi quattro anni. E non parliamo di sfumature di grigio tra i candidati in lizza. Parliamo di due visioni del mondo completamente antitetiche. Parliamo di un Trump, che come un vaso di Pandora ha dato coraggio e visibilità a quella che noi chiameremmo l’America dei fascisti, dell’integralismo religioso cristiano, del razzismo delle buone famiglie bianche, e di Hillary Clinton, che dall’altra parte certo non brilla per coraggio ideologico, ma che ha scelto fermamente di difendere quanto conquistato finora dalle infinite minoranze in tema di diritti civili.
Questo gruppo del Maine per esempio, che vuole indire un referendum per rimuovere la libertà dell’orientamento sessuale dalla legge anti-discriminazioni. Da lì, il passo è breve. Ma parliamo anche del Ku Klux Klan, che ha annunciato di scendere in politica e ha appoggiato chiaramente Ben Carson, candidato repubblicano, e ora vira verso un appoggio aperto a Trump. In un paese dove sono le forze di polizia a essere considerate le principali forze di oppressione delle minoranze, blacks e latinos per prime, queste non sono notizie da prendere sotto gamba.
Continueremo a raccontare cosa sono gli Stati Uniti in questo anno di elezioni presidenziali. Poiché per quanto distanti ci possano sembrare, i valori che un presidente americano incarna hanno riflessi nella vita di tutti. E con Obama lo abbiamo capito bene.
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