Il dottor Maurice Nagington dell’Università di Manchester ha recentemente portato avanti una ricerca relativa alle problematiche affrontate da gay, lesbiche e bisessuali alle prese con una diagnosi di cancro.
L’Università di Manchester, in collaborazione con l’associazione Macmillan Cancer Support (fondata nel 1911, è oggi una delle associazioni inglesi più autorevoli in materia di sanità ed è specializzata nella lotta contro il cancro), ha rilasciato una serie di video con protagonisti persone gay, lesbiche e bisessuali che confessano le proprie esperienze con il cancro.
I video, filmati dal sopracitato dottore e docente di infermieristica all’università, rientrano in un più ampio programma volto ad educare il National Health Service (NHS), il Servizio Sanitario Nazionale, circa le questioni e le problematiche che possono interessare la comunità LGB.
“I servizi sono spesso eteronormativi, pensati cioè per persone eterosessuali”, questo secondo Maurice Nagington uno dei problemi dell’approcio medico tradizionale. Si passa dai consigli su trucco e parrucco per sembrare più femminili a indicazioni su come mantenere inalterata o quasi la propria vita sessuale (ma solo in chiave eterosessuale). Lesley, che ha ricevuto un trattamento per il cancro ovarico, dice: “Sarebbe bellissimo se le persone non facessero supposizioni preventive sul marito che viene a trovarti“.
Greg, invece, affetto da un cancro alla prostata, denuncia di non aver ricevuto alcuna informazione sull’impatto che la malattia avrebbe provocato nella sua vita sessuale. C’è poi Adam, a cui quasi nessuno tra parenti ed amici credeva quando diceva di avere il cancro: in molti pensavano avesse l’AIDS.
“I professionisti dovrebbero ricordare che non tutti i pazienti sono eterosessuali e che a volte non tutto è indicato per tutti“: chiosa così Maurice Nagington, che per il futuro mira ad includere anche le voci delle persone transessuali, le più soggette a discriminazioni di sorta e le più bisognose di informazioni e competenze specifiche.
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