Nell’ultima giornata della settimana della moda milanese maschile, Giorgio Armani ha fatto sfilare sul finale 5 coppie composte da uomo e donna, coppie di innamorati, coppie unicamente eterosessuali, tradizionali. “È una scelta precisa volevo rivedere una coppia carina, seria“, ha confessato l’88enne leggendario stilista, volto della moda italiana nel mondo, per poi aggiungere dalle pagine de La Stampa.
“È una scelta precisa, si parla di un uomo e di una donna che si vogliono bene, che si amano. Facciamo vedere questa realtà che piace a tutti. Poi ci sono le trasgressioni, le varianti, le modernità, vanno bene non dico nulla naturalmente. Un uomo e una donna che si amano piacciano a tutti”.
Parole che stridono con la storia e la vita privata di Re Giorgio, quasi a voler apparentemente significare che una coppia composta da persone dello stesso sesso possa essere considerata solo e soltanto “trasgressiva”, poco “carina” o poco “seria”, come se la presunta “normalità” potesse abbracciare solo coppie composte da uomini e donne.
“Non si è conservatori se ci si veste bene, e non si è conservatori se si è affascinati dall’amor cortese“, ha concluso Re Giorgio.
Da parte di Armani, a lungo compagno di Sergio Galeotti, deceduto nel 1985, un’uscita infelice, ancorata ad una visione eteronormativa così clamorosamente anacronistica, legata ad un’Italia bigotta che tutti noi vorremmo passata, archiviata, molto banalmente ‘aggiornata’.
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