Dopo un inizio all’insegna dell’ottimismo, la settimana finanziaria si conclude con un ennesimo tonfo delle borse mondiali.
Protagonista del palcoscenico ancora una volta il Nasdaq, l’indice dei tecnologici americani (divenuto ormai il termometro di questa "febbre finanziaria") che a inizio settimana, nonostante i Profit Warning lanciati dalle principali società della new economy, aveva rasserenato gli animi favorendo qualche timido acquisto. Speranza presto sopita dal brusco scivolone di venerdì.
Resta dunque un clima di grande incertezza vista la debolezza dell’economia americana, ed il mercato ancora una volta dipenderà dalle parole del governatore della Fed, Alan Greenspan, che la prossima settimana si pronuncerà su un eventuale taglio dei tassi. Nel frattempo le piazze europee sembrano volersi distaccare dalla dipendenza da Wall Street, e in molti ritengono che le quotazioni dei titoli siano scese a sufficienza lasciando il peggio alle spalle.
Ad est infine è soprattutto il Giappone a preoccupare, con l’indice Nikkei che ha testato i minimi dal 1985 (!) e con una economia ormai in piena recessione, non certo sostenuta da un governo incapace di attuare riforme strutturali. Permangono quindi nubi all’orizzonte ed è forse ancora lontano il vento in grado di spazzarle via; perciò la prudenza è ancora attuale e per i nostri investimenti occorre assumere un atteggiamento difensivo, scendendo a piccoli passi in un terreno sempre minato di sorprese. Meglio quindi se il vostro portafoglio rimane sovrappesato sul mercato obbligazionario con preferenza per titoli a breve (BOT, pronti/termine) e se proprio non resistete alla tentazione di acquistare azioni, fatelo privilegiando l’America e l’Europa ed in particolare i settori bancario ed utilities.
LA LENTE D’INGRANDIMENTO
Sotto i nostri riflettori è questa settimana il titolo B.N.L.
Ormai archiviati gli anni neri del dopo Atlanta, la Banca Nazionale del Lavoro ha intrapreso, non senza sacrifici, una decisa politica di ristrutturazione che l’ha portata nel giro di pochi anni ad aumentare notevolmente la propria redditività e a rimarginare definitivamente le profonde ferite inferte da anni di selvaggia burocratizzazione. L’Istituto di via Veneto è oggi una moderna banca attiva oltretutto nel settore delle telecomunicazioni, con considerevoli partecipazioni in Blu ed Albacom e con solide partnership di livello internazionale.
Forte del risparmio gestito ma altrettanto bilanciata sul comparto tradizionale, ha mostrato un bilancio ottimale, e nel "Risiko" in atto sul fronte delle aggregazioni bancarie, risulta essere corteggiata da più parti. Forse molto presto e non senza sorprese, tutti i dubbi verranno fugati.
Giudizio: Strong Buy
Target Price: 4,50 – 5 €
di Sirio Belli
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