I migliori videogiochi LGBTQI+ del decennio 2010-2019

Sono stati i videogiochi indipendenti a dare al mondo LGBTQI+ l’opportunità di esprimersi e di cambiare il medium videoludico negli ultimi dieci anni. Ecco la nostra classifica.

I migliori videogiochi LGBTQI+ del decennio 2010-2019 - Butterfly Soup - Gay.it
10 min. di lettura

Il decennio che va dal 2010 al 2019 (“gli anni 10”) ha visto un’esplosione della presenza di personaggi LGBTQI+ nel videogioco e, soprattutto, l’emersione di voci autorevoli provenienti da questa comunità.

Uno dei più importanti giochi gay online in uscita nel 2020, Vampire: The Masquerade – Bloodlines 2, è per esempio scritto anche da Cara Ellison, autrice transgenere che si è fatta valere prima come critica e poi come scrittrice per le grandi compagnie dell’industria.

Ma sono stati i giochi gay indipendenti, spesso diffusi gratuitamente su internet, a dare alla comunità l’opportunità di esprimersi e di cambiare il medium videoludico negli ultimi dieci anni. Un mondo di sviluppatori uomini/etero/bianchi/cis realizzava le grandi opere ad alto budget, tutte perfettamente identiche l’una all’altra, tutte indirizzate allo stesso identico adolescente maschio/etero/bianco/cis e al quarantenne maschio/etero/bianco/cis che non sa accettare di non essere più quell’adolescente. Al massimo, questa industria si interessava (e tuttora si interessa) al mondo LGBTQI+ solo quando identificava al suo interno un mercato da aggredire.

Ma intanto l’underground queer ha lavorato duramente (e spesso in condizioni di vera ed estrema povertà) per raccontarsi e per rendere giocabile la sua visione del mondo, ed ecco perché la nostra lista (cronologica) dei migliori giochi gay online del decennio è dedicata soprattutto alle sue opere. Fateci naturalmente sapere se pensate che ci siamo dimenticati qualcosa.

La serie Sunless (a partire dal 2009)

Sunless Skies in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Nel videogioco LGBT narrativo e steampunk Fallen London (2009) di Failbetter (potete giocarlo gratuitamente sul vostro browser) era possibile creare un personaggio senza esplicitare il suo genere, ma questa possibilità era trattata più che altro in modo scherzoso, e Failbetter ha iniziato a curarsi seriamente della faccenda soprattutto a partire dal videogioco di ruolo esplorativo e survival Sunless Sea (2015), ambientato nello stesso universo narrativo di Fallen London.

Sunless Sea non chiede a chi gioca il suo genere, ma solo il modo in cui preferisce che gli sia rivolta parola, offrendo molte opzioni che non sono legate a un genere specifico (in seguito, Failbetter ha modificato anche la creazione del personaggio di Fallen London).

Il successivo Sunless Skies (2019) continua il percorso iniziato con Sunless Sea, e come Fallen London e Sunless Sea include molti personaggi di colore o parte della comunità LGBTQ trattati in modo rispettoso e con una caratterizzazione non ridotta solo al loro orientamento sessuale o alla loro identità di genere. Sunless Skies è al momento disponibile per PC, Mac e Linux e arriverà nel 2020 su console PS4, Xbox One e Nintendo Switch.

Twine (a partire dal 2009)

Twine (Blood Pact di Ana Valens) in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Twine non è un videogioco, ma uno strumento opensource (quindi, tra le altre cose, gratuito) che permette di creare avventure testuali a bivi, racconti in cui chi gioca può compiere scelte e avanzare nella narrazione cliccando su bottoni e parti di testo.

A partire dal 2012 circa, Twine ha innescato una delle più importanti rivoluzioni nel mondo del videogioco grazie alla sua approcciabilità e alla facilità di diffusione delle opere realizzate al suo interno (sono semplici file html, cioè pagine internet che possono essere messe online e aperte e giocate su qualsiasi browser).

Persone che non avrebbero mai potuto realizzare videogiochi in quanto prive dell’educazione informatica necessaria, magari perché parte di minoranze o di categorie normalmente escluse da questo mondo, hanno trovato in Twine (e in altri simili strumenti di sviluppo) un nuovo mezzo espressivo. Non è un caso che le voci più importanti del mondo di Twine siano state quelle di persone transgenere (spesso, di ragazze transgenere) e, in generale, della comunità LGBTQ.

Twine è diventato il punto di partenza di molte carriere e uno dei primi modi in cui il mondo LGBTQ ha potuto smettere di essere raccontato per iniziare invece a raccontarsi.

Un’ottima introduzione a Twine e alle sue storie è Videogames for Humans curato da merritt k, parte proprio di questa rivoluzione, e il recente racconto Blood Pact di Ana Valens è, pur essendo completamente lineare, un omaggio all’epoca d’oro e queer di Twine (ed è appunto realizzato anch’esso in Twine).

Di Twine è ora disponibile la versione 2, che gira direttamente sul vostro browser senza bisogno di download.

Dys4ia (2012)

Dys4ia in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Dys4ia di Anna Anthropy è il racconto della disforia di genere e della terapia ormonale dell’autrice attraverso una serie di minigiochi che raccontano il percorso, le sue difficoltà e la frustrazione del fallimento.

Dys4ia è stato un passaggio fondamentale nella recente storia del videogioco, uno dei più riusciti tentativi di usare meccaniche ludiche per raccontare qualcosa di significativo, invece di appiccicare una narrazione qualsiasi a una serie di meccaniche totalmente slegate.

Oggi, il videogioco è difficilmente reperibile online ed è occasionalmente diffuso solo a pagamento, perché (tra gli altri motivi) Anthropy ha notato una banalizzazione del suo lavoro e, soprattutto, una banalizzazione di cosa voglia dire essere transgenere e appoggiare i diritti delle persone transgenere.

Per quanto Dys4ia sia solitamente definito un “gioco d’empatia”, un’opera incentrata sul farci vivere l’esperienza di un altro essere umano, non basta certo giocare a un breve videogioco per capire realmente quell’esperienza e provare realmente empatia nella vita quotidiana, quell’empatia che spinge all’azione, all’attivismo, allo scontro contro la discriminazione. “Se sei una persona cis e e pensi di aver imparato cosa sia avere empatia per le donne trans giocando a Dys4ia hai torto. Buttati nel cesso” ha scritto Anthropy. “Essere un vero alleato di un qualsiasi gruppo richiede molto lavoro consapevole e molto sforzo, non basta un videogioco di cinque minuti.” Dys4ia era invece pensato per condividere un’esperienza con altre persone transgenere, senza pretendere di creare uno strumento educativo.

Dys4ia ha anche una specie di seguito, intitolato Ohmygod Are You Alright , che racconta un episodio della vita di Anna Anthropy come persona transgenere.

Giochi gay online: Gone Home (2013)

Gone Home in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Raccontare perché Gone Home è in questa classifica è un po’ uno spoiler per chi non lo ha giocato.

Gone Home di Fullbright ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dei giochi gay online, definendo definitivamente l’allora nascente genere del “walking simulator”, il simulatore di passeggiata, cioè un genere di videogiochi in cui esploriamo in soggettiva un’ambientazione su cui abbiamo un’interattività limitata.

In Gone Home interpretiamo la ventunenne statunitense Katie. Durante un viaggio in Europa la nostra famiglia si è trasferita a casa di un prozio da poco deceduto, ma quando torniamo in USA e arriviamo nella nuova abitazione non troviamo nessuno ad accoglierci: non ci sono i nostri genitori, nostra sorella è scomparsa lasciandoci un biglietto in cui ci chiede di non cercarla e l’abitazione ci è totalmente sconosciuta. Esplorare la casa diventa l’unico modo per scoprirne i misteri, e per vivere una storia sulla scoperta di sé e l’accettazione ambientata all’inizio degli anni 90. Gone Home è disponibile per PC, Mac, Linux, PS4, Xbox One e Nintendo Switch.

Triad (2013)

Triad di Anna Anthropy in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Triad di Anna Anthropy è un brillante videogioco gay puzzle che trasforma in un rompicapo le dinamiche all’interno di una relazione poliamorosa tra tre persone queer.

Meccanicamente, la sfida è incastrarle tutte e tre in un letto pensato per accogliere solo due persone, cercando di soddisfare i loro diversi bisogni (cioè la loro posizione e i loro movimenti nel sonno), ma questa diventa un’allegoria delle difficoltà e dei compromessi necessari a stare in tre in uno spazio, la famiglia, la relazione sentimentale, che la società ha costruito con in mente solo due persone, e della sfida di accomodare corpi queer in un mondo non pensato per loro.

Coming Out Simulator (2014)

Coming Out Simulatori in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Coming Out Simulator di Nicky Case (diffuso in modo gratuito e opensource) è un racconto parzialmente autobiografico su cosa vuol dire fare coming out.

È un gioco gay online a scelte, in cui ci mettiamo nei panni dell’autore, nel 2010, e parliamo della nostra sessualità con il nostro fidanzato, che vuole che facciamo coming out, e con la nostra famiglia. Ma, soprattutto, Coming Out Simulator è un racconto sulle scelte, sulla loro forza e sulla loro capacità di definire chi siamo e come vogliamo essere visti.

Robert Yang e i suoi giochi gay online (a partire dal 2014)

Robert Yang in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

L’intera opera del ricercatore, docente e sviluppatore Robert Yang può essere vista come un lungo percorso nell’esplorazione di mascolinità e omosessualità maschile. Le sue opere sono istantanee della comunità gay e della sua sessualità:

  • Hurt Me Plenty (2014) parla di consenso e di dolore (dolore fisico); Succulent (2015) è un gioco su… non so su cosa sia Succulent, ma riguarda un uomo che lecca un ghiacciolo come se stesse facendo sesso orale;
  • Stick Shift (2015) mi sfida a far godere un’automobile gay muovendo il suo cambio;
  • Radiator 1 è una raccolta di tre giochi online narrativi e molto gay;
  • Rinse and Repeat (2015) è un gioco gay sul tentare di incrociare il ragazzo che ci piace nelle docce della palestra;
  • Cobra Club (2016) parla di dick pics;
  • The Tea Room (2017) ci insegna ad abbordare uomini nelle toilette senza essere beccati dalla polizia e così via.

Alcuni di questi giochi gay online (Hurt Me Plenty, Succulent e Stick Shift) sono anche disponibili in una raccolta gratuita, Radiator 2, su Steam, la principale piattaforma di distribuzione di videogiochi per computer.

Ladykiller in a Bind (2016)

Ladykiller in a Bind in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Ladykiller in a Bind (cioè My Twin Brother Made Me Crossdress As Him And Now I Have To Deal With A Geeky Stalker And A Domme Beauty Who Want Me In A Bind) di Christine Love è un racconto interattivo illustrato che vuole mettere il sesso in primo piano invece di trattarlo come un premio da vincere alla fine di un percorso.

In Ladykiller in a Bind siamo una butch lesbian e ci fingiamo nostro fratello gemello in una crociera a base di manipolazione e bondage, dove (se riusciremo a non far scoprire la nostra identità) potremo finire a letto con le due coprotagoniste e altri personaggi secondari.

Christine Love è autrice anche di Analogue: A Hate Story (2012), un gioco gay illustrato interattivo, fantascientifico e un po’ puzzle che ci mette nei panni di una persona incaricata di investigare il contenuto del computer di una nave interstellare. Una storia che parla, attraverso la fantascienza, di eteronormatività.

Butterfly Soup (2017)

Butterfly Soup in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Butterfly Soup di Brianna Lei racconta di Diya, Min-seo, Noelle e Akarsha, quattro ragazzine americane di origine asiatica. La storia si concentra soprattutto sullo sviluppo della relazione tra Diya e Min-seo, ma contiene anche altri personaggi più o meno esplicitamente non etero e non cis ed esplora temi come la passione per lo sport (il baseball), il rapporto tra bianchi e minoranze etniche in USA (in una zona dove sono praticamente i bianchi a essere una minoranza) e il rapporto delle giovani ragazze di famiglia di origine asiatica con i genitori e le loro aspettative.

Butterfly Soup è tra i migliori giochi gay online illustrati e gratuiti, molto lineare ma divertente e brillante, con personaggi meravigliosi e dotato di una rara delicatezza.

Extreme Meatpunks Forever (giochi gay online a partire dal 2017)

Extreme Meatpunks Forever in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Extreme Meatpunks Forever di Heather “Flowers” Robertson, che ha lavorato anche su Genderwrecked, è un viaggio post apocalittico con combattimenti tra robottoni fatti di carne (corpi queer da abitare e accettare) e quattro personaggi in un modo o nell’altro diversi dal “normale” uomo/etero/bianco/cis (Sam, Cass, Lianna e Brad) in cerca di guai e di fascisti da combattere… e in fuga dagli sbirri.

È una storia di persone rotte in un mondo rotto e di come queste persone possono sostenersi a vicenda e forse sopravvivere. È  una storia che abbraccia esplicitamente, quasi urlando, il lato più politico e radicale della comunità LGBTQ, in un gioco che alterna parti narrative con scelte da compiere a semplici combattimenti in tempo reale.

Extreme Meatpunks Forever è diviso in stagioni a loro volta divise in episodi, e la seconda stagione uscirà durante il 2020.

Genderwrecked (2017)

Genderwrecked in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Genderwrecked di Ryan Rose Aceae e Heather Robertson è un gioco gay online illustrato che segue un personaggio alla ricerca dell’antico mistero del “genere”, del “gender”, e inizia dando a chi gioca un’ampia scelta sui pronomi che il gioco userà (è possibile anche inserire dei pronomi a piacere, senza limitarci a quelli proposti nella lista).

Attraversando strane terre piene di creature fantastiche e mostruose, il personaggio principale parla con una serie di entità bizzarre (ma piene di paure, sentimenti ed emozioni molto umani), le combatte giocosamente e ci flirta.

Il genere è almeno reale? Cosa rappresenta di noi stessi e del nostro rapporto con gli altri? Come possono i pronomi esprimerlo in un modo che sia significativo e comprensibile? Genderwrecked trasforma queste domande in una divertente avventura a bivi piena di sorprese. Forse non scoprirete il segreto del genere, ma capirete quanto possa essere importante parlarne.

The Missing: J.J Macfield and the Island of Memories (2018)

The Missing di Swery65 in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

The Missing: JJ Macfield and the Island of Memories è un videogioco LGBT puzzle e platform (incentrato sul saltare tra piattaforme), sanguinolento e horror ed è stato uno dei primi videogiochi pubblicati da un grande editore, in questo caso Arc System Works, ad avere un personaggio principale transgenere (e omosessuale). La sua colpa, rispetto a opere che sono arrivate dopo, è stata magari non aver sbandierato l’identità di genere della sua protagonista come elemento di marketing ma essersi invece concentrato sul potere della ragazza, misteriosamente incapace di morire.

L’autore, il monaco buddista Hidetaka Suehiro (Swery65), aveva rappresentato in modi un po’ dubbi il mondo LGBTQI+ nel suo precedente Deadly Premonition, ma con The Missing: JJ Macfield and the Island of Memories, disponibile per PC, Xbox One, PS4 e Nintendo Switch, ha creato una delle opere commerciali più interessanti e uniche del decennio.

Heaven Will Be Mine (2018)

Heaven Will Be Mine in migliori videogiochi LGBTQI best LGBTQ video games

Heaven Will Be Mine di Aevee Bee e Mia Schwartz (insieme ad altri artisti e sviluppatori) è uno dei giochi gay online da provare. È un racconto interattivo illustrato su tre ragazze che, in un modo o nell’altro, diventano piloti di grandi robot spaziali e combattono l’una contro l’altra, ognuna rappresentante di una delle tre fazioni in cui è diviso il sistema solare del futuro in cui il videogioco è ambientato. Heaven Will Be Mine è ispirato a serie di robottoni giapponesi come Neon Genesis Evangelion e Punta al Top 2!! Diebuster dello studio Gainax, ma trasforma le battaglie in potenziali flirt tra le protagoniste e qui i robottoni, come in Daemon X Machina per Nintendo Switch, diventano corpi queer e cyberpunk da scoprire.

Aevee Bee e Mia Schwartz hanno anche sviluppato il precedente We Know the Devil (2016), una storia magica su amicizia, omosessualità e transessualità.

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