"Le macchine non sono più gay dei cellulari, delle poltrone da ufficio o dei tagliaerba. Ma questa specie di verità non ha impedito che tra alcuni esperti di motori si diffondesse la percezione che alcune macchine possono, nel contesto giusto, essere dichiarazioni dell’orientamento sessuale del guidatore". Parola di Alex Williams, editorialista che sull’autorevole New York Times affronta il controverso tema delle preferenze di gay e lesbiche nel campo delle quattro ruote. Controverso perché c’è chi crede che giudicare l’orientamento sessuale di una persona dall’auto che guida costituisca una specie di "istituzionalizzazione" dei cliché che rasenta l’omofobia. "Da quando ci sono macchine gay o etero? Stiamo davvero fomentando l’omofobia della gente" scrive un lettore di un sito internet sudafricano che aveva pubblicato un sondaggio per votare l’auto più gay.
Eppure le case automobilistiche si interrogano su come attirare un numero sempre maggiore di compratori tra le fila della comunità GLBT, anche se forse all’estero lo fanno un po’ più di quanto avviene in Italia dove solo poche aziende, Citroën, BMW, Lancia e Renault per citare quelle presenti sul sito www.mercatogay.it, hanno avuto il coraggio di sfidare il pregiudizio e acquistare spazi pubblicitari sui media gay. Oltreoceano le aziende che investono in questo settore sono principalmente altre. Subaru è stata una delle prime: nel 2000 lanciò una campagna pubblicitaria che aveva come testimonial la tennista lesbica Martina Navratilova e come slogan un messaggio con riferimenti ai diritti gay, "Non è una scelta. È come siamo costruiti". La Ford è stata al centro di una campagna del gruppo cristiano conservatore American Family Association che ha lanciato un boicottaggio perché ritirasse le pubblicità da riviste gay come The Advocate. E anche il colosso General Motors ha recentemente deciso di lanciare i suoi modelli Cadillac, Saturn e Saab su media gay come PlanetOut.com. A chi gli chiede se questa iniziativa non rischia di far calare il mercato "etero", Adam Bernard, che in GM monitora le strategie di mercato dei concorrenti e coordina un gruppo per la difesa dei dipendenti gay chiamato GM Plus, spiega che "non ci siamo mai posti una domanda di questo tipo all’interno dell’azienda; francamente, i soldi sono tutti dello stesso colore".
Un atteggiamento spregiudicato che viene confermato anche da Frank Markus, gay dichiarato e direttore tecnico della rivista Motor Trend, secondo cui le case automobilistiche tendono ad associare il consumatore gay con una maggiore disponibilità di reddito dal momento che pochi hanno figli, ragion per cui molti possono optare per auto meno pratiche, come le biposto o le decappottabili. Ma sono davvero questo tipo di vetture quelle preferite dalla popolazione omosessuale? In realtà Markus concorda con chi sostiene che i cliché sulle auto gay, che vuole il ragazzetto muscoloso attratto da jeep e auto scoperte dove poter esibire il suo corpo, cade ad una osservazione più attenta: "Se si potesse premere un bottone e vedere che auto guidano tutti i gay, probabilmente non sarebbero molto diverse da quelle che guidano le altre persone, ma forse solo un po’ più care".
Insomma i discorsi sull’orientamento sessuale delle quattro ruote sono solo un’invenzione? Non la pensa così Ron Geren, un attore di Los Angeles, che per muoversi tra audizioni e set usa la sua Mazda MX-5 Miata decappottabile ma per un appuntamento con una ragazza preferisce noleggiare una Cadillac perché gli amici gli dicono che la sua Mazda è troppo "gay". E non si tratta di un "travestimento" esagerato se è vero quello che è successo a Meghan Daum, una editorialista del Los Angeles Time: un tipo con cui si è vista una volta non l’ha più voluta incontrare perché, come ha saputo dopo, avendola vista arrivare su una Subaru Outback ha pensato che fosse lesbica… E proposito di stereotipi, il fidanzato di Joe LaMuraglia, fondatore di GayWheels.com, un sito informativo sui motori pensato per la comunità gay e lesbica, si è rifiutato di salire sulla Mini Cooper del compagno perché considerata troppo gay…
In realtà la classifica dei modelli più ricercati sul sito GayWheels.com sembra confermare invece le considerazioni di Markus: l’autovettura più cliccata nei primi tre mesi dell’anno risulta essere la Toyota Yaris, una "piccola" economica alla portata di tutte le tasche, seguita dalla Saab 9-3, che costa un po’ di più ma ha il vantaggio di essere disponibile anche nella versione cabriolet, tanto per non sfatare del tutto gli stereotipi.
Completamente diversa la classifica redatta da Ramone Johnson per About.com che al professionista gay consiglia addirittura una Porche Cayman S, vettura sportiva per eccellenza da quasi 60mila dollari che si è guadagnata anche il premio 2006 World Performance Car of the Year grazie al suo sei cilindri da 3,6 litri. La Buick Enclave è invece destinata, secondo Johnson, alla famiglia gay, mentre per chi si sente trendy a oltranza l’auto perfetta sarebbe la Volkswagen Eos. "Da sempre siamo abituati a essere definiti dagli altri – spiega l’autore dell’originale classifica – Guidare una macchina dal design originale può essere un modo per avere il controllo della rappresentazione di sé e dire ‘ecco cosa sono’".
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