Shayne Oliver e i nuovi mostri picconano il fashion system sbattendogli in faccia la rivalsa di quel che tutti fanno ma nessuno dice. Ci sono tanti piani in quel che fanno i ragazzi di HBA. Ci sono gli abiti che presentano, che incarnano probabilmente la vera creatività ossia l’unica cosa che interessa alla crew. Perché in realtà di quel che presentano non si vende niente, quel che si vende sono le magliettone col logo. E possiamo solo immaginarcele le urla dei partner in business che gridano agli uffici stile ‘fate sfilare i loghi! Fate sfilare quel che si vende’ mentre Shayne and the gang, partners in crime, se ne sbattono e mandano tutti a fare in culo e fanno sfilare dei mostri deformi. Siamo ben oltre le speculazioni sul gender. Quel fantasma l’abbiamo vinto e distrutto da tempo.
La scommessa qui è grossa. Prendere o lasciare. No schizzinosi. We’re queer, we’re here. Ma non di certo con la magliettina rosa e i jeans strappati sul ginocchio. C’è del marcio a New York City. Parafilia portami via. Si gioca forte, mica una leccata di piedi. Questi sono corpi deformi e deformati, sono l’esaltazione della perversione sessuale più recondita. Arti nascosti. Arti assenti. Il post-umano. È l’azionismo viennese di Rudolph Schwarzkogler. Le bende. Il feticismo chirurgico. Il bondage. La sottomissione. Il breath control. Abasiofilia. Acrotomofilia. Algolagnia. Asfixiofilia. Devotismo. Teratofilia. Il dolore che porta all’orgasmo. Insomma roba che nella moda non ha mai avuto spazio fino ad ora, o se l’ha avuto è stato per richiami, associazioni, alla lontana. Di queste cose neanche si può parlare nelle recensioni. Eppure i ragazzi sembrano convinti, verso il massacro col sole in fronte. Non paghi sfilano in una sauna del Marais, con le vending machine che per 10 euro fanno cadere una boccetta di popper per il benessere degli ospiti. I modelli che importunano gli invitati. Poi al piano di sotto si buttano in vasca. E già si vedono le facce tra l’imbarazzato e l’eccitato di certi giornalisti che se la giocano con ‘divertente’ e ‘ironico’, mocassino Prada e pochette, certo nessuno giudica ma ci si tiene a fare statement attraverso l’outfit per chiarire a tutti che lì non ci si era mai stati, che certi posti figurati se li si frequenta. Che meraviglioso corto circuito dell’imbarazzo e dell’ipocrisia. Chissà quanto Shayne è incosciente e quanto sexual-bolscevico. Di certo è l’anima sporca di cui la moda ha bisogno, che la moda, e questo va chiarito per bene, con l’abbigliamento non c’entra proprio un cazzo.
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