La star di
E fu uno stand diverso dagli altri nel padiglione della Palestra all’interno della Fortezza da Basso quello che battezzò l’arrivo di questo stilista che ben presto si sarebbe affermato nel mondo intero. Per terra paglia, galline e pulcini. Voleva rappresentare la nascita dell’uomo. Si sentiva come un pulcino tra i grandi della moda. Adesso quel bambino è cresciuto, è diventato un uomo, la strada percorsa è stata tanta e anche il suo portafogli è più gonfio. E anche se è stato un semplice caso quello di sfilare a pochi passi dal campeggio che lo aveva ospitato nel 1982, quando Bikkembergs ha saputo della vicinanza a questo luogo ha avuto attimi di commozione. Perché pur essendo arrivato al successo è rimasto una persona semplice. Semplice come vuole che sia questa serata che Pitti Uomo gli ha dato la possibilità di realizzare invitandolo come ospite principale: “Deve essere una situazione di relax – ha fatto sapere lo stilista – in cui il pubblico deve stare bene e sentirsi a proprio agio. E’ questo il mio grazie a Pitti Immagine e a tutta la città di Firenze”. Circa ottocento le persone attese per la sfilata, diretta dal grande regista Romeo Conte, che continuerà con un pranzo, informale, e danze alla luce della luna. La sfilata di una collezione che Bikkemergs ha definito come: “acqua pura perché adesso posso dare quello che veramente sento senza dover dimostrare chi sono presentando cose assurde per fare show”. Un appuntamento che il tedesco sta attendendo con grande trepidazione anche perché è la prima volta che in passerella va tutto il suo mondo: la prima linea “Dirk Bikkembergs” di abbigliamento e calzature, la linea “Bikkembergs” realizzata pensando a un target più giovane e infine due novità assolute, una nuova collezione dedicata al jeans (un progetto allo studio da tempo), e la linea di scarpe che porta anch’essa un’etichetta formata soltanto dal suo cognome.
Uno stilista che nelle sue creazioni si rifà alla quotidianità. Ama, quindi, guardarsi intorno, camminare per le città, vedere cosa fa la gente comune, come si comporta, come ama vestirsi. Una quotidianità non statica, ma legata alla dinamicità della vita di tutti i giorni. Il suo è un abbigliamento sportivo, senza essere troppo legato a schemi sociali come la giacca e la cravatta. Due capi di abbigliamento che sente poco suoi. Impossibile per adesso sapere quali saranno gli abiti che usciranno in sfilata. Nessuno parla, tutto è logicamente ancora top secret. L’unica notizia trapelata è che saranno abiti ripuliti da zip e metalli così presenti nelle passate collezioni. Un modo per lo stilista di rivalutare l’individuo, per non annientarlo. Ma sicuramente questo percorso sul prato sarà attraversato da indossatori la cui vita trascorre tra le passerelle e lo sport per un tipo di uomo dalla identità maschile chiara, senza ombre, senza fisici efebici e sguardi languidi.
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