CRISTICCHI: MI ISPIRO AI MATTI

L'autore di "Vorrei cantare come Biagio" torna trionfante da Sanremo. Vi riproponiamo queasta intervista che ci rilasciò in estate perchè ancora attuale. Guardate cosa ci disse qualche mese fa.

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Artista sensibile ed ironico, nelle sue canzoni denuncia chiaramente le regole dell’industria discografica pronta a sfornare canzoni ‘preconfezionate’ da consumarsi in una sola stagione. Meglio avere -dice Cristicchi- due mamme o due papà piuttosto che avere un genitore solo come me che non ha avuto un padre. Il suo primo album, “Fabbricante di Canzoni”, è un mix di vari generi musicali, una macedonia pop, come ama definirla lui.
Cresciuto con la passione per la musica dei cantautori italiani degli anni ’60, in un solo anno ha scalato le vette della classifiche con il suo primo singolo “Vorrei cantare come Biagio” ed è stato pluripremiato con riconoscimenti importantissimi come il Premio Musicultura 2005, il Premio Teatro Gaber, il Premio Carosone, il Premio Nielsen ed il Premio della Critica di musica e dischi per il miglior album di debutto. Da molti è considerato un vero genio della canzone, un vero innovatore capace di giocare magistralmente con diversi generi musicali e con un uso sapiente delle parole.
In questo tuo primo album, il “Fabbricante di canzoni”, c’è una evidente accusa contro il sistema discografico che produce canzoni da consumare in una sola stagione, i classici tormentoni. Tutto ciò, secondo te, è alla base della crisi di vendite dei dischi?
Questa crisi discografica la chiamo, simpaticamente, ‘L’ernia del disco’. Ci sono diverse situazioni che hanno portato al crollo delle vendite dei dischi. Le case discografiche hanno investito sui prodotti fatti con la “calcolatrice”, sono fabbricanti, appunto, di canzoni che vanno dietro ai gusti delle ragazzine pur di vendere più dischi.

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Riferendoti a questo fenomeno, hai usato un termine shock: “Pedofilia Musicale”…
I ‘pedofili musicali’ sono quei fabbricanti di canzoni, produttori di canzoni che piegano l’arte, la musica, andando incontro a quello che può piacere alla gente sottovalutando in questo modo, quasi sempre, la capacità di intelletto e di discernimento della popolazione che non è assolutamente stupida. Anzi, la gente sa riconoscere, istintivamente,una cosa vera da una prefabbricata.
Simone, artisticamente sei cresciuto frequentando un noto locale romano, il “The Place”, lo stesso frequentato da altri artisti sensibili e raffinati come Niccolò Fabi, Pier Cortese e Marco Fabi. Cosa determina il vostro amore per questo locale?
Principalmente il “The Place” è un posto dove si può fare musica con cura, dove il musicista viene trattato bene. Nulla viene lasciato al caso, l’attenzione e la cura sull’impianto, sull’acustica e, quindi, un artista che va a suonare lì, sentendosi sicuro, rende al meglio nella propria esibizione. Di sicuro, è questo che ci ha avvicinato a questo locale, che poi è l’unico, insieme ad un altro posto che si chiama “La Palma”, dove la musica viene presa seriamente in considerazione.
Sei cresciuto in un quartiere popolare di Roma, la Tuscolana, come altri grandi cantautori della canzone italiana, Ramazzotti, Baglioni. Credi che il vivere in un quartiere periferico aiuti a formare un animo delicato ed una maggiore attenzione ai problemi?
Potrebbe essere una delle motivazioni che fanno accrescere la sensibilità di una persona, ma non credo che questo sia sempre decisivo. Secondo me, il talento e la sensibilità possono arricchirsi e maturare per diversi motivi, come un dolore forte o la perdita di una persona cara. Bisogna anche essere curiosi, io lo sono e, questa mia curiosità, di sicuro, avrebbe trovato sfogo anche in un quartiere meno popolare.
Quali sono i cantanti italiani che ti piacciono di più e di cui compri i cd?
Ascolto tutta la musica e compro moltissimi cd. Ultimamente ho acquistato quelli di Carmen Consoli, di Fabri Fibra, di Ivan Segreto e, tutti quelli di Pacifico.
Cosa non compreresti
Non comprerei mai un cd di Biagio Antonacci o Eros Ramazzotti, perché fanno una musica lontana dai miei gusti musicali.
Biagio Antonacci? È a questo grande artista che devi la tua fama. La tua canzone “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” è diventato il tormentone, tuo malgrado, dello scorso anno. Ti aspettavi questo improvviso successo?
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Biagio Antonacci? È a questo grande artista che devi la tua fama. La tua canzone “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” è diventato il tormentone, tuo malgrado, dello scorso anno. Ti aspettavi questo improvviso successo?
Assolutamente non me l’aspettavo. Pensa che questa traccia l’avevo inserita in fondo ad un cd di provini, una canzone a cui non avrei dato alcun credito.
E come mai,allora, la scelta di fare uscire questo pezzo come primo singolo?
È stato un intuito dei discografici che hanno avvertito in questo testo una forte comunicativa ed una forte ambiguità. In un primo momento sono rimasto allibito da questa scelta, anche perché non avrei dato una lira a questo testo. Poi, essendo davvero tanta la voglia di uscire dopo otto anni di attesa, mi sono lasciato convincere dall’intuito dei discografici.
E hanno avuto ragione. L’ultimo singolo, quello che sentiamo in questo periodo in radio, si intitola “Bella Gente”. Anche in questo brano hai un tono piuttosto ironico, chi è questa bella gente di cui parli?
Gli ipocriti, i superficiali e le persone che usano il pregiudizio per emarginare. La bella gente è proprio chi giudica a priori, chi esprime la propria condanna per sentito dire e, soprattutto, la gente falsa che non ha il coraggio di dire le cose in faccia, ma te le dice appena ti volti un attimo.

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Nel tuo album hai anche un duetto con il compianto Sergio Endrigo. Un brano splendido, una perla dal titolo “Questo è amore”. Che ricordo hai di questo straordinario artista?
Il ricordo resterà incancellabile perché io sono un grande appassionato dei cantautori degli anni ’60 e della loro musica. Ricordo quel pomeriggio come uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Sergio ha dimostrato una grande umiltà nel mettersi a cantare con un ragazzo ancora sconosciuto e di cui doveva ancora uscire il primo album. Lui l’ha fatto per il piacere di farlo e, soprattutto, perché ha visto un vero coinvolgimento emotivo in me. Una giornata, anche, molto spiritosa perché Sergio Endrigo amava raccontare molte barzellette, un uomo che nel privato era divertentissimo, a scanso di chi diceva che era un cantautore triste ed un musone.
Sergio Endrigo lamentava negli ultimi anni della sua vita di essere tenuto lontano dalla scena discografica, di essere stato emarginato. Oggi, secondo te, ci sono artisti bravi che non sono apprezzati a pieno?
Oggi non so, non vorrei sbagliare. Un esempio viene dal passato: Rino Gaetano, nella sua epoca, era stato sottovalutato, mentre oggi è stato riscoperto e i ragazzi, adesso, lo amano.
In un anno hai conquistato la vetta della classifica, hai tenuto concerti in tutta Italia, ma, soprattutto, hai vinto diversi premi prestigiosi. Cosa si prova ad essere un pluripremiato?
Ci sono dei premi che mi hanno fatto davvero piacere come il Premio Musicultura ed il Premio Gaber. La sensazione è quella di aver fatto qualcosa aldilà del circuito pop, aldilà di ciò che appare in televisione. Alcuni pensano che Cristicchi sia un cretino, altri un genio. Io non penso di essere né un cretino né un genio, penso di avere uno sguardo sul mondo tutto mio e sarò ben felice di chi vorrà ascoltare il mio personale messaggio.
Ti hanno definito: Ironico, irriverente, neorealista, ma anche sensibile e romantico. Quale di questi aggettivi ti rispecchia di più?
In realtà mi rispecchiano un po’ tutti. Io sono molto complesso come persona e anche il mio album lo è. Nel mio cd, il “Fabbricante di canzoni”, ci sono diversi modi di avvicinarsi alla musica e di rappresentarla, ci sono diversi generi musicali.
Sei un cantante che nei suoi testi denuncia un po’ il sistema discografico attuale. Anche i gay, da sempre, denunciano la mancanza di diritti e di parità di trattamento. Che idea ti sei fatto della battaglia, sempre più forte, che la comunità omosessuale sta portando avanti per far sì che vengano approvati i PaCS?
Sono totalmente dalla parte degli omosessuali. Quando mi è capitato di poter supportare la vostra battaglia, l’ho fatto molto volentieri e con molta decisione. Reputo le vostre, delle battaglie molto dignitose che cercano di migliorare lo stato attuale delle cose. In questa società, in questa Italia che, in qualche modo, è sempre stata governata da moralisti, da bigotti, e influenazata dallo Stato Vaticano che per secoli ha dettato legge e continua a farlo, nonostante l’evidenza di alcune realtà, ritengo le vostre battaglie giustissime.
Il ritardo è dovuto anche del Vaticano quindi?
All’influenza del Vaticano che si fa sentire ed è molto pesante. In qualche modo, non dico che devia il pensiero politico, ma influisce molto non solo sul politico ma anche sul popolo. È sempre stato così, attraverso la religione si plagiano le menti.
E per le adozioni.
Sono d’accordissimo. Un bambino ha bisogno di tanto affetto. Io sono cresciuto senza un padre, magari avessi avuto due mamme o due papà, sarei stato più felice. Non ci può essere alcuna deviazione nell’avere due genitori dello stesso sesso, non credo che questo possa essere determinante nella crescita di un bambino.
Eppure un cantante che dichiara la propria omosessualità può ancora essere ostacolato nello svolgere la propria carriera. O sbaglio?
Dipende sempre dal suo talento. Vendendo dischi ad una popolazione che è pilotata da alcuni messaggi, il fare outing può comportare il rischio di perdere una fetta importante di pubblico. Io non sono assolutamente d’accordo su questo atteggiamento.
C’è qualcosa altro che vuoi dirci?
Sì, vorrei lanciare,attraverso le pagine del vostro portale, un appello simpatico a Gennaro Cosmo Parlato. Dovremmo cantare insieme una canzone, “Prete”, che si può trovare su internet e scaricare gratuitamente. E inoltre consentimi di porre l’accento su una sezione del mio sito che si intitola C.I.M, centro di igiene mentale, in cui do spazio al mio spettacolo di teatro-canzone nato dall’esperienza di volontariato che ho fatto in alcuni Centri di Igiene Mentale. Il messaggio è quello che dietro la follia di un matto, forse, si nasconde il vero raziocinio. I ‘matti’ dicono sempre quello che pensano e -come dico nella mia canzone “Bella Gente”- non accettano ricatti e compromessi. Vi invito tutti a dare un occhiata al mio sito e a questa sezione.
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di Michele Sabia

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