‘Avvistamenti LGBT a Sanremo’: la conferenza pre-festival alla Statale di Milano

Tutto quello che dovete sapere su Sanremo a tema LGBT: le canzoni, i personaggi e i retroscena. Tutto questo in una conferenza alla Statale di Milano.

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5 min. di lettura

Come arrivare preparati all’imminente 68° edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo? Ripercorrendo tutti gli episodi, i personaggi e le canzoni LGBT legati alla kermesse.

Se la premessa è che “Sanremo è Sanremo”, allora perché non parlarne? Un evento che, nonostante sia arrivato alla sessantottesima edizione, è ancora al centro dello scenario nazionalpopolare, nel bene e nel male. Da una parte quelli che lo seguono in modo morboso, con infinite dirette Twitter, gruppi d’ascolto (di solito su sataniche chat di WhatsApp) e “oh, per la finale tutti a casa mia!“.

Dall’altra parte quelli che odiano il Festivàl (come lo pronunciava Mike Bongiorno, con l’accento sulla a) e che non perdono occasione per denigrarlo pubblicamente, a mo’ di vanto. In mezzo, tutto il resto, ovvero quelli che un po’ lo guardano e un po’ no, ne parlano se capita, canticchiano i pezzi che passano in radio ogni 12 minuti, ma non ne fanno una questione centrale per la propria esistenza.

Vista la natura pervasiva del Festival, l’associazione GayStatale dell’Università degli Studi di Milano ha deciso di organizzare “Una conferenza dedicata ai personaggi, ai brani e alle tematiche LGBT che, dal 1951 fino ad oggi, hanno fatto capolino nella più celebre kermesse di musica leggera italiana: il Festival di Sanremo“.

Il 2 febbraio si terrà nella sede dell’università “Car* Amic* Vicin* E Lontan*”, con tre relatori di spessore: Eddy Anselmi, giornalista e autore televisivo e radiofonico che è da anni inviato al Teatro Ariston, oltre ad aver curato l’Almanacco Panini del Festival. Ci sarà, poi, Luca Locati Luciani, collezionista di materiale stampa a tematica LGBT, autore di “Crisco Disco”, libro che parla di disco music e al clubbing gay degli anni ’70 e ’80. Il terzo relatore sarà Enrico Salvatori, documentarista e collaboratore della RAI dal 1999, ha diretto due documentari sulla storia del Fuori! e uno dedicato al leggendario performer en-travesti Dominot.

Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire meglio di cosa parleranno il 2 febbraio.

Che ruolo hanno avuto le edizioni di Sanremo nel dibattito sui diritti civili?

Enrico Salvatori: “Ci sono state varie edizioni importanti per la creazione di un dibattito sui diritti LGBT: i casi più eclatanti nell’ultimo decennio sono stati quelli del 2009, del 2013 e del 2016. Nel 2009 il cantautore Povia, con il brano ‘Luca era gay’, attira polemiche a non finire, al punto che la canzone viene ‘riequilibrata’, nella serata d’apertura, da un intervento a favore dell’amore omosessuale, recitato da Roberto Benigni e dalla presenza in sala di Franco Grillini, storico esponente del movimento LGBT italiano. Nel 2013, la coppia composta da Federico Novaro e Stefano Olivari, in procinto di sposarsi a New York, è stata invitata sul palco dell’Ariston dopo aver postato su YouTube un video in cui i due raccontavano la loro storia d’amore tramite dei cartelli. Nel 2016 invece i partecipanti alla gara canora indossarono nastri o braccialetti rainbow a sostegno della legge sulle unioni civili”.

Luca Locati Luciani: “A pensarci bene, possiamo risalire anche a edizioni molto più indietro nel tempo, come quella del 2001: alcuni esponenti del movimento LGBT, tra cui lo stesso Grillini, protestarono per l’invito come ospite di Eminem, reo di aver inserito testi omofobi nel suo album The Marshall Mathers, contestato anche ai Grammy Awards dello stesso anno. Grillini avrebbe poi partecipato al Dopofestival, menzionando la valenza camp di “Over the rainbow” cantata come sigla dalla Carrà. A partire dagli anni ’80 sono stati invitati svariati artisti dichiaratamente gay e gender bender – come Boy George, che fu bloccato all’aeroporto di Nizza perché il suo abbigliamento non corrispondeva col genere indicato dai documenti – in seguito è stato il turno di performer crossdresser come RuPaul nel 1994 (con Elton John) o Conchita Wurst nel 2015. Inevitabilmente la loro presenza cozzava con la penuria di artisti nostrani in gara dichiaratamente LGBT”.

Eddy Anselmi: “Per quanto riguarda la quota degli artisti en travesti ricordiamo anche l’apparizione delle Sorelle Marinetti, in gara con Arisa nel 2011, oltre a Platinette, apparsa in drag nella serata cover del 2015. Ma già molto prima, nel 1978, aveva fatto sensazione il look androgino, studiato da Ivan Cattaneo, della giovanissima Anna Oxa”.

Si trovano facilmente temi legati alle persone lesbiche e gay nelle edizioni del Festival di Sanremo, ma delle persone trans poche tracce. Avete individuato qualcosa?

Eddy Anselmi: “Tra i 1951 brani cantati fino all’edizione 2017 – sommando quelli di quest’anno arriveremo a 1979 – l’unico caso in cui si parli espressamente di transessualità è quello della canzone di Dario Gai, Sorelle d’Italia, del 1991: «Evviva le signore / le ultime regine / che sono veramente le signore / e ci fanno l’amore / vogliamo le signore / le loro voci scure». Inoltre, purtroppo, questo unico riferimento alla realtà trans è collegato al tema della prostituzione”.

Luca Locati Luciani: Per quanto riguarda la presenza materiale di persone trans sul palco di Sanremo, nel 2003 Cristina Bugatty era stata invitata al Dopofestival da Vittorio Sgarbi, ma Pippo Baudo mise il veto sulla sua partecipazione”.

Sanremo è stato teatro delle proteste dei gruppi omofobi e tradizionalisti: da Povia passando per le Sentinelle in piedi. È ancora, il Festival, un punto di riferimento per tematiche nazionali?

Enrico Salvatori: “Certo, Sanremo resta una delle cartine tornasole della società italiana, un termometro nazionale, nonché il palcoscenico più importante dello spettacolo; quindi non può che rimanere un terreno di conquista tanto per le istanze progressiste quanto per quelle reazionarie. Quello che succede sul palco (e nella platea) dell’Ariston racconta – che lo vogliamo o meno – la nostra contemporaneità”.

Alla conferenza in Statale si parlerà di persone e temi LGBTQI* ‘dichiarati’ o ci sarà anche qualche rivelazione più gossippara?

Luca Locati Luciani: “Di gossip ce ne sarebbero a iosa su partecipanti di ambo i sessi. Però ci andremo molto cauti, dato che in questi casi – e lo dico per amara esperienza personale – la querela è sempre dietro l’angolo”.

Enrico Salvatori: “Citeremo dei casi ormai remoti, ma non per questo meno sconcertanti. Il primo è senza dubbio quello di Nunzio Filogamo, il presentatore delle prime edizioni radiofoniche del Festival, che non poté condurre la prima diretta di fronte le telecamere per ‘scarsa telegenia’, ovvero per i suoi modi da dandy; un altro è quello del cantautore e compositore Umberto Bindi, che subì un progressivo allontanamento dalle telecamere, a causa di un anello troppo scintillante esibito sul palco dell’edizione 1961″.

Che ne dite di darci un’anticipazione succulenta ai lettori di Gay.it?

Luca Locati Luciani: “Viene spesso menzionato il brano “Sulla Porta” di Federico Salvatore del 1996 come il primo a parlare apertamente di omosessualità in ‘suolo sanremese’. In realtà c’erano già stati brani che, seppure non in modo esplicito, vi facevano riferimento in alcuni passaggi. Per esempio, nel 1986 Marco Armani (che aveva raggiunto il successo l’anno precedente con ‘Tu dimmi un cuore ce l’hai’) porta Uno Sull’Altro”, brano sentimentale interamente declinato al maschile. Il che è strano visto che nella sua partecipazione a Music Farm del 2006 Armani se ne sarebbe uscito con frasi tutt’altro che gay friendly. Solite ambiguità della canzone italiana!”.

La conferenza nell’ateneo milanese è aperta a tutte e tutti, gratis, ed è programmata per il 2 febbraio, dalle 17 alle 19, alla Sala Crociera Alta in via Festa del Perdono 7. Qui l’evento su Facebook.

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