Dopo il caso Povia, si torna ancora a parlare di omosessualità e di Festival. Il cantautore milanese Niccolò Agliardi è stato in questi giorni al centro dell’interesse mediatico per il suo brano "Perfetti", che inizialmente doveva essere presentato a Sanremo. La canzone racconta di un amore "perfetto" tra due ragazzi dello stesso sesso. Siamo andati a incontrare Agliardi per farci raccontare tutti i perché di questa esclusione.
Niccolò, come ti è venuta l’idea di questa canzone, tu sei gay?
Non sono gay. L’anno scorso dopo aver pubblicato il mio libro (Ma la vita è un’altra cosa scritto con Alessandro Cattelan, uscito nell’aprile 2008 per Mondadori. ndr) ho ricevuto una lettera con una storia bellissima. Mi ha scritto un ragazzo raccontandomi del suo amore di gioventù, della fatica, la difficoltà e il coraggio con i quali era stato vissuto. La trasparenza e la dolcezza con cui me l’ha trasmessa mi hanno toccato ed emozionato molto, quindi ho pensato che valesse la pena provare a scrivere una canzone, partendo proprio dalla perfezione, parola che mi era venuta in mente in quel momento. Perfezione che a loro probabilmente mancò, ma quello che emergeva da quella lettera, secondo me, era un amore perfetto.
Come mai il brano è stato rifiutato dal festival di Sanremo, chi si è opposto?
Nessuno si è opposto. Semplicemente avrei dovuto presentare questo brano in duetto con Ornella Vanoni che in ultima istanza, per una serie di motivazioni che non sta a me giudicare e che andrebbero chieste a lei, poco prima di presentare la domanda d’iscrizione alla commissione, ha deciso di rinunciare. Per me ha rappresentato una grande delusione perché eravamo già al nastro di partenza. La commissione non ha nemmeno ascoltato il brano, lo avrà fatto in questi giorni per tutto il polverone che c’è stato. A tal proposito ringrazio la comunità gay per la stima e il sostegno.
Il polverone si è sollevato anche perché c’è stato il caso Povia che ha fatto sì che si parlasse anche del tuo pezzo. Hai sentito la canzone di Povia?
Non l’ho sentita, le polemiche credo si basino su alcune sue passate dichiarazioni sull’omosessualità. Mi riservo di ascoltare la sua canzone, poi si potrà discutere se ha detto qualcosa di completamente scriteriato oppure sia soltanto una canzone – come credo che sia – che rimane relegata al suo ruolo e non a quello di smuovere le masse e le coscienze morali. Sarebbe stato bello se a Sanremo ci fossero state entrambe, ma non è colpa di nessuno se non ci posso andare. Ringrazio Povia che ha fatto si che si parlasse una settimana di me!
Pubblicherai questo brano o rimarrà disponibile soltanto su internet?
È già pensato come un pezzo del mio prossimo disco, quindi uscirà.
Da solo o con la Vanoni?
Per adesso da solo, poi se la signora Vanoni avrà piacere di duettare con me sarò ben lieto.
Tornando alla famosa lettera che hai ricevuto, in Italia abbiamo un ministro delle Pari Opportunità che dice che i gay non sono discriminati. Alla luce della tua esperienza e di quanto hai percepito credi che oggi ci siano ancora discriminazione e pregiudizio?
Purtroppo il pregiudizio esiste ancora, anche se geograficamente in maniera differente. A Milano per esempio oggi parlare di omosessualità non è un problema, anzi in ambito lavorativo, moda, musica, spettacolo e creatività in genere, è vissuta piuttosto di frequente. Per fortuna la gente che ha deciso di aprirsi lo fa senza problemi. Non sono sicuro che lo stesso avvenga in altre zone italiane più provinciali e sperdute. Spero che le cose cambino così come, nel suo piccolo, questa mia canzone che racconta un amore omosessuale calato nella più profonda normalità. È questo che vorrei.
Anche Fossati, che so essere uno dei tuoi artisti preferiti, di cui hai una strofa tatuata su un braccio, in "Danny", una sua canzone di pochi anni fa, aveva fatto un esperimento simile.
È una canzone bellissima ed è molto vicina a quanto ho scritto io. Ti dirò di più: Marco, il ragazzo della lettera, di cui faccio il nome per la prima volta e che – qualora ci leggesse – ringrazio, mi aveva scritto proprio in riferimento al capitolo del mio libro che era ispirato al Danny della canzone di Fossati.
Tornando a quanto dicevamo prima, credi sia opportuna in Italia una legge a tutela delle coppie gay?
Sarebbe bello approfondire bene questo argomento, credo di sì che ci sia assolutamente bisogno di una legge e di pari opportunità, ma non di cerimonie. Un’unione non ha bisogno di clamori, l’amore è molto più bello viverselo, tanto che gli amori felici si vivono, quelli infelici si discutono e si cantano nelle canzoni!
Ho letto che nel 2006 hai suonato in piazza San Pietro all’incontro del papa con i giovani, non credo che Benedetto e i suoi boys saranno molto contenti di questa tua canzone!
Bisognerebbe chiederlo a loro. Credo che la mia canzone, se ascoltata con attenzione e senza pregiudizi possa essere apprezzata anche dai "papa boys" e da chi milita nella chiesa perché è la canzone più pura, immacolata e serena che abbia mai scritto.
Hai collaborato con moltissimi artisti del calibro di Ramazzotti, Zucchero, Grignani, hai firmato l’ultimo singolo di Laura Pausini, e in questi giorni esce il tuo brano scritto per Paola Iezzi.
Paola principalmente è un’amica, anni fa ne sono stato profondamente innamorato, ma lei non mi ha mai degnato della minima attenzione! Sono stato molto felice di fare questo lavoro con lei perché è una persona che mi fa ridere tanto, e amo le persone con cui riesco a farlo. Laura mi ha dato la possibilità di essere nelle radio e nelle classifiche di tutto il mondo con una canzone che amo molto.
Un tuo messaggio per i lettori di Gay.it?
Visto che siamo a gennaio posso ancora permettermi di augurare un anno in cui si rida tanto, si impari a ridere, con tutte le cellule dell’organismo, pancia, testa e sessualità, perché è una cosa bellissima. E che si sfrutti la grande ironia che hanno tutti i gay per offrirla a tutti gli altri che hanno più difficoltà ad averla.
di Francesco Belais
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