LONDRA – Lutto nel mondo della musica jazz. È morto ieri all’età di 80 anni George Melly, definito l’Oscar Wilde del jazz. Era da tempo ammalato di cancro. Cantante, compositore, scrittore, critico cinematografico e autore di fumetti Melly era nato a Liverpool nell’agosto del 1926. Era amatissimo dal pubblico e noto per il suo magnifico e sfrontato senso dell’umorismo, che traspariva chiaramente anche nei suoi spettacoli.
Melly parlò apertamente (in tempi nei quali era ancora azzardato farlo) delle sue relazioni omosessuali nella sua autobiografia “Rum Bum and Concertina” (1977), rievocando anche il periodo trascorso nella Marina militare di Sua Maestà, nel quale era entrato all’età di 18 anni perché gli piacevano le uniformi. Tuttavia, racconta nelle sue memorie, si innamorò “non di un marinaio, ma di un ricco nullafacente incontrato in un pub londinese”, riferendosi a Perry Edgebaston, da lui descritto come un “bellissimo giovane uomo”. Nonostante i suoi amori maschili Melly non era affatto indifferente al fascino femminile. Si è sposato due volte, la seconda volta nel 1963 con Diana Moynihan, che è stata con lui fino a ieri.
Lasciato il mondo militare scoprì il fascino della musica jazz e vi dedicò il resto della sua vita, nonostante non si considerasse altro che un intrattenitore. Cominciò ad esibirsi nella Mick Mulligan’s Magnolia Jazz Band, incidendo dischi per la Decca Records. Attratto anche da altre forme d’arte nel corso degli anni ’60 diventò critico cinematografico, per poi tornare alla musica negli anni ’70, con collaborazioni con i Feetwarmers di John Chilton e incidendo LP come “Nuts” (1972), “Son of Nuts” (1973) e “It’s George” (1974). Melly si era esibito per l’ultima volta in pubblico solo poche settimane fa, il 10 giugno, al 100 Club di Londra.
Ateo umanista convinto dal 1983 era anche vice-presidente della Gay and Lesbian Humanist Association (GALHA), il cui direttivo ha espresso il proprio dolore per la scomparsa del loro colorato e sempre entusiasta sostenitore, contribuendo anche in più di un’occasione alla loro pubblicazione di Gay News. (Roberto Taddeucci)
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