Un fiume di polemiche quello provocato dall’annuncio di Alfano di una circolare che chiede ai prefetti di imporre ai sindaci l’interruzione delle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero nei registri di stato civile e l’annullamento di quelli già trascritti.
Dopo la prima reazione del senatore Lo Giudice, che ha parlato espressamente di “scontro politico tra sindaci riformatori e aperti all’Europa e il segretario dell’NCD”, arrivano adesso anche altre dure risposte al ministro degli Interni.
Matteo Orfini, presidente del PD, ha affidato la sua risposta, netta, a Twitter : “Caro @angealfa, invece di annullare le trascrizioni dei matrimoni gay preoccupiamoci di renderli possibili anche in Italia”.
Una circolare che arriva all’indomani delle manifestazioni delle Sentinelle in Piedi contrastate da cittadini, studenti, associazioni ed attivisti in ogni piazza. Contrasto che, nel caso di Bolgona, è sfociato in tafferugli tra alcuni attivisti e i militanti di Forza Nuova. Epilogo da cui, va precisato, Arcigay si è dissociata.
Ma è proprio Arcigay, oggi, a parlare di volontà di “fomentare il conflitto sociale”. “Siamo in mano a degli irresponsabili – si legge in una durissima nota del presidente Flavio Romani -. Il Governo continua sulla via delle provocazioni. Il premier è ormai ostaggio del Nuovo Centro Destra, è solo un braccio decerebrato che esegue gli ordini dei padroni clericali. Mentre promette leggi sulle unioni tra persone dello stesso sesso, rimandandole di continuo a un futuro indefinito, nel presente agisce per opprimere le persone gay e lesbiche che hanno scelto di formare una famiglia”. “Una pratica da fanatici – continua Romani -, da arroganti dittatori catodici, da politici senza orgoglio e senza qualità. È questa l’Italia che fa vergognare l’Europa, un buco nero dentro il quale viene inghiottita senza esito ogni istanza di civiltà”. “Per noi è tempo di Resistenza – conclude Romani -: rivolgiamo un appello accorato a tutti gli amministratori locali affinché disobbediscano metodicamente all’atto di imperio del Ministro, così come l’Italia della Resistenza seppe disobbedire agli ordini fascisti”. Un appello che il sindaco di Bologna Virginio Merola sembra aver accolto. Il primo cittadino, infatti, ha dichiarato che proseguirà per la sua strada, circolare o non circolare.
Ma contro Alfano si sono schierati, ancora prima dell’annuncio del provvedimento, perfino due vescovi, sebbene non due vescovi che ricadono sotto l’egida vaticana.
Sono l’arcivescovo primate di Monza, Giovanni Climaco Mapelli, che è un omosessuale dichiarato e per questo è stato cacciato dalla Chiesa Cattolica, e il vescovo Mario Metodio Cirigliano, alti prelati della Chiesa Antico Cattolica. Non lanciano appelli, non annunciano proteste, ma si spingono molto oltre. I due hanno infatti sporto denuncia alla Commissione Europea contro il titolare del Viminale. Il testo della denuncia si legge sul blog “Ecclesia Apostolica – Sito Ufficiale del Centro Studi Teleologici di Milano”. La denuncia definisce Alfano “un personaggio che si distingue per la sua posizione “omofoba” e completamente ostile nell’avanzamento del riconoscimento dei diritti civili delle persone omosessuali e delle loro relazioni familiari e affettive”. I due vescovi, dunque, chiedono alla Commissione di prendere provvedimenti contro un “atteggiamento gravissimo poiché viene da un ministro della compagine governativa del nostro Paese” e che quindi “costituisce un affronto a tutte le Risoluzioni e Direttive del Parlamento Europeo da sempre emanate in materia di parità dei diritti delle coppie omosessuali negli Stati membri dell’Unione Europea”.
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