L’Istat, Istituto nazionale di statistica, ha discusso i primi dati del primo censimento che ha cercato di fotografare la realtà delle coppie gay conviventi in Italia.
Dall’indagine traspare che 7513 coppie hanno dichiarato di convivere con una persona del medesimo sesso e, fra queste, 529 hanno almeno un figlio.
Si tratta di un dato “sottostimato” come spiegano in una nota congiunta di Arcigay….. , a causa dello “stigma sociale e istituzionale che circonda queste famiglie” e che “fa loro temere di essere visibili”.
È da sottolineare come l’indagine Istat non metta in luce le persone omosessuali in sé, bensì solo le persone dello stesso sesso conviventi: quindi – si legge nel comunicato – rappresenta “solo una piccola parte della popolazione” e questo è vero per il mondo lgbt come per chiunque altro.
Un altro dato interessante emerso dal censimento è la distribuzione delle convivenze tra Nord e Sud: delle 7513 coppie precedentemente citate, 3133 appartengono al nord ovest, 1584 al nord est, 1530 al centro, 880 al sud e 386 alle isole.
Il divario Nord-Sud è da attribuirsi in particolar modo al fatto che le coppie gay conviventi che vivono al Nord si dichiarano come tali più facilmente rispetto a quelle che vivono al Sud.
Al di là dei numeri emersi dall’indagine, le associazioni ricordano che dietro di essi ci sono “migliaia di persone [che] nel nostro Paese godono strutturalmente di meno diritti degli altri, anche in ambito familiare”.
I dati rivelati dall’Istat riportano nuovamente in primo piano la difficile situazione dei diritti in Italia: “È a partire dal superamento di ogni forma di discriminazione – sottolineano in chiusura le associazioni – che il Parlamento e il Governo possono cambiare radicalmente questa situazione.
Guarda anche la nostra intervista a Linda Sabbadini, direttrice dell’Istat:
L’Istat sulle coppie gay: “Lontani da una fotografia reale”
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