La “Famiglia naturale” di nuovo al centro del provvedimento di un consiglio comunale. Questa volta parliamo di Reggio Calabria, comune guidato dal sindaco del Pd Giuseppe Falcomatà, dove il consiglio comunale a maggioranza di centrosinistra, ha approvato con la sola astensione del presidente del consiglio Demetrio Delfino (Pd), una mozione che chiede alla Giunta di istituire la “Festa della famiglia naturale fondata sull’unione tra un uomo e una donna” e di assicurarsi che non si verifichi alcun tentativo di “comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli”. Infine, nella mozione, si “dichiara la propria opposizione a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia“. Primo firmatario della mozione, il consigliere comunale di Forza Italia Massimo Ripepi, ma a votarla è stato tutto il consiglio comunale, gruppi di centrosinistra e sindaco inclusi.
“Ringrazio – ha dichiarato il consigliere Ripepi – il sindaco Giuseppe Falcomatà, tutti i colleghi consiglieri ed i gruppi consiliari che hanno sostenuto la mia mozione che ricalca quella già approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia, e scaturita dall’amara constatazione di come si vada diffondendo sempre più nel mondo occidentale la ‘teoria dei gender’, un’idea che sostiene la non esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne determinata da fattori fisici”.
Ricordando le parole di Papa Francesco, secondo il quale “la famiglia non è né merce, nè un’ideologia”, Ripepi ha aggiunto: “Ritengo giusto, ovviamente non discriminare i gay ed ogni altra minoranza, ma questo non può assolutamente determinare l’imposizione di un modello di società che prevede l’eliminazione ‘culturale’ delle naturali differenze tra i sessi. Ecco perché ritengo che il voto unanime e trasversale espresso dal Consiglio oggi assuma una valenza straordinaria che si proietta ben oltre le logiche di appartenenza partitica”.
“Non lo nascondo: speravo in una nuova stagione politica inaugurata dal sindaco Giuseppe Falcomatà – commenta Alessandro Zan, deputato del Pd -, che potesse mettere al centro i diritti di tutte le famiglie; e invece siamo alle solite posizioni illiberali e discriminatorie”. “Un fatto grave – conclude Zan – che ancora una volta rafforza un’omofobia istituzionale tesa ad aumentare la diseguaglianza sociale tra cittadini e un’odio viscerale contro le diversità”.
Non è la prima volta, però, che un’amministrazione locale a guida Pd finisce nella bufera per le posizioni omofobe dei dirigenti locali del partito di Renzi. Basti ricordare i più recenti casi di Faenza e Pordenone .
Si dice stupito Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia e dirigente del Pd. “Mi chiedo come il gruppo dirigente democratico reggino e regionale – dichiara Mancuso – possano ritenere culturalmente e politicamente sostenibile un voto che offende le persone e le coppie omosessuali calabresi, che attacca a testa bassa i valori fondanti del Pd, che propugna una visione sociale discriminatoria e ideologica, che inventa una inesistente contrapposizione tra famiglie tradizionali e nuove famiglie”.
“Il Sindaco e la maggioranza di centro sinistra – conclude -, se non ripareranno all’offesa prodotta, si risparmino l’ipocrita impegno di voler approvare l’istituzione del Registro sulle unioni civili: è bene non produrre nuovi atti che trasformino l’attuale situazione di grave messaggio discriminatorio in tragica commedia dell’assurdo”.
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