Sospeso per un mese. È questo il provvedimento disciplinare che è stato preso nei confronti del professore umbro che, una decina di giorni fa, venne accusato di avere detto ad un alunno che “essere gay è una brutta malattia” prima di colpirlo con un calcio alla gamba (che avrebbe procurato il livido refertato poi in ospedale), due pugni alla spalla ed avergli messo la mani al collo. A riportare la notizia della sospensione, è il Giornale dell’Umbria che per primo rivelò l’accaduto.
Il fatto era emerso dopo che i genitori dello studente, vedendo zoppicare vistosamente il figlio, gli avevano chiesto cosa fosse successo e dopo il suo racconto avevano sporto denuncia alle autorità competenti.
L’indagine del ministero
Subito dopo era partita un’indagine del ministero che aveva inviato nella scuola umbra i suoi ispettori per verificare l’accaduto. Intanto, il professore aveva dato una versione del tutto differente della vicenda, spiegando che stava spiegando le regole della privacy da adottare nei confronti dei clienti di un hotel (la scuola in questione è un istituto alberghiero) quando il suo alunno gli avrebbe apostrofato dicendogli che è gay. A quel punto, il docente, secondo la sua versione, non avrebbe fatto altro che scuoterlo leggermente per le spalle e spingere col suo piede le gambe del ragazzo che era seduto in modo poco opportuno.
I testimoni e l’indagine penale
A sostegno della versione dell’alunno, però, si erano espressi tre suoi compagni di classe che ne avevano confermato il racconto. Altri ragazzi, di contro, avevano supportato quello del docente. Adesso il professore è stato sospeso dall’insegnamento per un mese e, da quanto si apprende, a fare la differenza sarebbero state proprio le lesioni. A carico dell’insegnante c’è anche un’indagine penale, ancora aperta, nata dalla denuncia della famiglia e supportata dal referto medico che parla di un ematoma alla coscia guaribile in cinque giorni. È probabile, adesso, che il professore ricorra contro la sospensione.
Il ragazzo, intanto, rimarrà nella sezione in cui era stato spostato all’indomani della denuncia dove ha ritrovato alcuni compagni delle scuole medie e dove, anche su richiesta della famiglia, continuerà a frequentare le lezioni del primo anno a cui è iscritto.
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