La violenza contro i gay in Russia non conosce tregua. L’ultimo episodio emerso rivela un crescendo di intolleranza sempre più preoccupante. Un uomo, infatti, è stato stuprato e aggredito da presunti vigilantes a Novosibirsk. Il tutto è stato ripreso e condiviso su WhatsApp. La foto che vedete qui sopra è uno screenshot del video. Chi ha visto le immagini racconta che il ragazzo, di origini uzbeche, è stato costretto a spogliarsi davanti alla telecamera, minacciato con una pistola e poi costretto ad inserirsi una bottiglia di vetro nel retto. Anche se sarebbe stato difficile sostenere il contrario, sono stati gli stessi aggressori a spiegare che le ragioni della loro violenza sono da ricercare nell’omosessualità del ragazzo.
“Lo abbiamo costretto a sedersi si una bottiglia perché potesse pentirsi dei suoi peccati e tornare a ragionare – hanno dichiarato -. Lo abbiamo fatto per proteggere la dignità degli uzbechi. Lavoriamo e viviamo qui e siamo in contatto con gente di altre nazioni. Se non facessimo così non ci sarebbe rispetto per noi”.
Alcuni tra gli utenti di WhatsApp hanno definito il video “una punizione meritata”.
Si tratta solo dell’ennesimo episodio di violenza ai danni di una persona omosessuale che avviene in quell’area. L’omofobia diffusa, legittimata dalle leggi approvate da Putin e da quelle ancora in discussione in parlamento, sta mietendo diverse vittime tra le persone lgbt. Spesso, come in questo caso, le violenze vengono riprese e condivise sui social network dagli autori in cerca di approvazione e fama.
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