“Se la tenga lei l’omosessualità non me ne frega niente, l’importante è che non mi stiano intorno (…). Mi danno fastidio. (…) Parlano diversamente, si vestono diversamente, si muovono diversamente, è una cosa assolutamente… eh… assolutamente insopportabile, guardi. È contro natura.”
Era il 16 ottobre 2013 e, in uno dei sui show radiofonici a “La Zanzara”,
Oggi, grazie al ricorso dell’Associazione Avvocatura per i diritti Lgbt – Rete Lenford, il giudice del lavoro di Bergamo, Monica Bertoncini, ha condannato l’avvocato per quelle parole. Nell’ordinanza il giudice “dichiara il carattere discriminatorio del comportamento tenuto da Carlo Taormina per aver più volte affermato, nel corso dell’intervista radiofonica di non voler assumere nel proprio studio persone omosessuali”. Altro che opinioni.
Esulta Arcigay: “Tanto è devoto Taormina al Diritto – ironizza il presidente nazionale, Flavio Romani – che questa volta ha voluto fare giurisprudenza in prima persona, offrendoci la prima condanna in Italia per discriminazione verso le persone gay e lesbiche in ambito lavorativo”.
Questa sanzione – prosegue Romani – non resta evidentemente circoscritta alla vicenda del noto penalista, bensì va estesa al dibattito politico di questi mesi sull’omotransfobia.
Al di là della somma che dovrà pagare, “Oggi Taormina impara una cosa a lui evidentemente ignota finora, e assieme a lui la imparano i tanti bulli della politica e degli ambienti circostanti che indugiano in battute e argomenti razzisti e omofobi, facendosene quasi un vanto. A tutti loro – ricorda Arcigay – oggi il Tribunale di Bergamo dice che si muovono al di fuori delle norme di un Paese civile”.
Qui sotto l’audio integrale della puntata
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