Nuovi sviluppi nella causa in corso a Trento di una persona trans che ha chiesto di ottenere la riattribuzione del genere anagrafico senza interventi di chirurgia. Il Tribunale di Trento ha sollevato la questione con un’ordinanza alla Consulta in cui chiede di verificare la legittimità costituzionale dell’art. 1, primo comma, della famosa legge n. 164, secondo cui “la rettificazione si fa in forza di sentenza del tribunale passata in giudicato che attribuisca ad una persona sesso diverso da quello enunciato nell’atto di nascita a seguito di intervenute modificazioni dei suoi caratteri sessuali”. In sostanza, per la legge, si può cambiare genere sui documenti solo dopo essersi sottoposti all’intervento di riassegnazione, cosa che lascia nel limbo tutte le persone trans che non l’hanno ancora fatto o che, legittimamente, non intendono farlo.
Cosa dice l’ordinanza
Nell’ordinanza del Tribunale di Trento si legge che “subordinare il diritto di scegliere la propria identità sessuale alla modificazione dei propri caratteri sessuali primari da effettuarsi tramite un doloroso e pericoloso intervento chirurgico, finisce col pregiudicare irreparabilmente l’esercizio del diritto stesso, vanificandolo integralmente”.
L’ordinanza è stata accolta positivamente dall’avvocato Alexander Schuster che difende la persona trans. “È positiva la posizione fortemente ancorata ai diritti fondamentali fatta propria dai giudici di Trento, che la Corte costituzionale non potrà che condividere, facendo una volta per tutte chiarezza a
livello nazionale sulla dignità che deve essere riconosciuta alle persone trans”. “Dal 1997 ad oggi si registrano solo tre corti che abbiano riconosciuto ad una persona che non intende sottoporsi ad un’operazione chirurgica e senza che sia accertata la sua sterilità il diritto ad ottenere il cambio del genere anagrafico – osserva Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti -. La Consulta ha ora la possibilità di chiarire definitivamente che imporre la sterilizzazione chirurgica alle persone trans viola gravemente il loro diritto fondamentale all’identità di genere”.
Le campagne in corso e il DDL 405
La questione sollevata dal Tribunale di Trento arriva tempestivamente in un momento in cui il tema della modifica della 164 è tornato agli onori delle cronache. Alla vigilia dello scorso TDoR, infatti, decine di associazioni avevano inviato una lettera al parlamento, al premier Renzi, ai presidenti delle camere e delle commissioni Giustizia e Diritti Umani perché il DDL 405 (che prevede proprio la possibilità di cambiare genere anagrafico senza passare dalla sala operatoria) venga approvato portando l’Italia e le persone trans fuori dal medioevo dei diritti in cui vivono. Il Movimento Identità Transessuale, intanto, ha lanciato la campagna “Un altro genere è possibile”, sullo stesso tema, le cui immagini campeggiano in questi giorni per le strade di Bologna e presto anche di altre città.
Le immagini della campagna, le vedete in questo articolo. Per aderire alla campagna, visitate la pagina Facebook ufficiale . Qui di seguito, il video:
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