Il nuovo episodio di repressione anti-omosessuale di Tunisi per certi aspetti potrebbe essere anche più grave di quello dell’arresto dei cosiddetti ” sei studenti di Kairouan” nel dicembre scorso. Al momento infatti gli accusati di atti omosessuali sono ben otto, tra i quali due ragazzi libici (c’è un milione di profughi libici in Tunisia). La vicenda però è confusa, la polizia ci ha messo dentro anche accuse di stupefacenti (tre spinelli) e di prostituzione (per due ragazze, non si capisce a chi si prostituissero visto che erano in compagnia di ragazzi gay…). Tra i dieci arrestati ci sono tre ragazzi ( tra i 18 e i 19 anni) dei sei di Kairouan , che si erano fatti già 40 giorni di carcere a Kairouan, oggetto continuo di scherno molestie e violenze.
Poteva essere poco più che una coincidenza, una operazione notturna della buoncostume sollecitata da qualche vicino bigotto allarmato di vedere un gruppo con gay “effeminati” passar la notte in un appartamento. Ma la durata del fermo di polizia (sei giorni) e la sua trasformazione in arresto, questa volta non nella periferica arretrata Kairouan ma nella capitale Tunisi, autorizzano considerazioni allarmanti. Nonostante che i sei di Kairouan siano diventati mesi fa un caso internazionale, nonostante una parte della opinione e della società tunisine li abbiano a suo tempo difesi (quanto meno contro la prima condanna a tre anni), nonostante le pressioni – discrete ma precise – della diplomazia europea proprio su quel caso, i tre teenager “terribili” insieme agli altri sette tornano in carcere. Segno che tra polizia e magistratura c’è chi vuole dare proprio prova di pugno di ferro.
Le associazioni tunisine stanno aspettando di avere più dettagli per prendere iniziative. Dall’Italia è partito un appello fortissimo ma c’è anche chi sta scrivendo mail alle sedi diplomatiche tunisine. C’è necessità di sostegno psicologico ed economico ai ragazzi in carcere. Vi aggiorneremo al più presto su come li si può aiutare.
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Per integrare gli immigrati in Europa serve aprire del tutto le frontiere e far entrare il più alto numero possibile di extracomunitari, così gli dimostreremo che non siamo razzisti.
Ci sono anche violenze verso i profughi gay non tollerati dagli altri profughi che arrivano in Europa. In Germania sono stati costretti ad aprire centri di accoglienza solo per gay per garantire la loro incolumità. Su questo punto ci deve essere tolleranza zero. Se gli ci fossero degli immigrati che picchiano e aggrediscono qualsiasi persona perché eterosessuale non sarebbero mai ammessi in Europa. Almeno su questo punto i governi ci devono tutelare. Che sia ben chiaro dal primo momento, chi non puo' convivere per motivi religiosi con una parte dei cittadini del paese che li ospita deve tornare da dove viene. Per quanto mi riguarda equivale a lasciare entrare i terroristi.