Un altro vescovo ha preso parola per sparare a zero contro il DDL Zan, dimostrando per l’ennesima volta di non averlo neanche mai letto. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, ha scritto di proprio pugno un lungo editoriale nell’ultimo numero de “Il Ticino”, criticando aspramente la legge contro l’omotransfobia che il 27 luglio approderà alla Camera dei Deputati.
Per tutto ciò che è in gioco nella discussione in atto sulle modifiche della legge Zan, come vescovo e come cittadino italiano, faccio appello a tutti i politici di ogni schieramento che hanno a cuore la vera libertà nel nostro Paese, ‘in primis’ ai parlamentari cattolici: è in questione la libertà di pensiero e di espressione di ogni persona, di ogni famiglia, di ogni associazione, di ogni comunità religiosa! Troppo grave è il rischio che surrettiziamente si introduca un reato di opinione e che venga meno un libero e critico confronto di idee e di concezioni dell’umano. La legge è ambigua e pericolosa perché, con l’intento di sanzionare atti discriminatori verso soggetti che liberamente praticano scelte di vita e di orientamento sessuale, tende a privilegiare e a tutelare una certa visione della sessualità, che considera possibile e normale la dissociazione tra il sesso (maschile o femminile) e l’orientamento di genere che ognuno può assumere.
Parole gravissime, perché prive di fondamento. Come detto 10, 100, 1000 volte, il reato di propaganda non è presente all’interno del DDL Zan. Dedinire questa legge ‘liberticida’ significa sostenere il falso, volutamente, in modo da poter liberamente continuare ad insultare e a diffondere odio, istigando direttamente o indirettamente alla violenza fisica e verbale.
“L’unica voce è stata quella della Cei e di alcuni singoli vescovi”, ha concluso Sanguineti, dimenticando di scrivere come la CEI sia intervenuta contro il DDL ancor prima di leggerlo, ancor prima che venisse presentato in commissione nel suo testo base. Un attacco preventivo e strumentale smontato persino dall’Avvenire. “Non si tratta d’innalzare barricate o di arrivare a scontri ideologici, ma di difendere la libertà di tutti e di ciascuno a esprimersi su aspetti fondamentali dell’esperienza umana”.
Evidentemente l’arcivescovo di Pavia vuole serenamente continuare a sostenere che “se sei omosessuale non sarai mai felice”, come detto nel 2018. Potrà continuare a farlo, per quanto agghiacciante nel sostenere tesi così prive di amore nei confronti del prossimo suo. E li chiamano vescovi.
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...e anche il suo predecessore mons. Giovanni Giudici, che ho avuto il piacere e l'onore di conoscere, era un uomo affascinantissimo.
però, è proprio un bel bocconcino 'sto prete...
Così come è stato per la legge sull'aborto, sul divorzio, sulle unioni civili, in queste occasioni viene fuori il vero volto della chiesa cattolica, un'istituzione violenta, antidemocratica, liberticida.