Alda D’Eusanio: “Io, Pannella, l’hashish e i nuovi gay in Tv”

"Quando l’ignoranza urla, l’intelligenza tace, signori si nasce, stronzi pure." Fermi tutti: parla Alda D'Eusanio.

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Se avesse la possibilità di rinascere vorrebbe reincarnarsi in Mahatma Gandhi, ma intanto (scherzando) assicura di sentirsi come Vladimir Luxuria, seppur con qualcosa in meno. ‘Frociarola’ quanto basta, l’antesignana dell’infotainment Alda D’Eusanio torna in Tv da venerdì 27 aprile nel salotto di Piero Chiambretti per la seconda stagione de ‘La Repubblica delle Donne’. A pochi giorni dalla prima puntata, la sempre rossa Alda, si racconta senza mezze misure tra pensieri spigolosi, giochi di potere e passaggi di consegna tra lei e le nuove Regine della Tv.

Torna a La Repubblica delle Donne, anche se la davano per certa come opinionista a L’Isola dei Famosi..

La verità è che mi danno sempre per certa in qualsiasi programma. È incredibile. Mi creda: vorrei così conoscere chi si diverte a far girare il mio nome, che non ha idea.

Non mi sembra indispettita, però..

E perché mai dovrei indispettirmi? In fondo mi diverte anche come cosa. Ho provato a chiedermi perché lo facciano con questa frequenza, e l’unica risposta che sono riuscita a darmi è che magari piaccio ancora al pubblico da casa. Ad ogni modo, se la può far star meglio, non ho mai ricevuto nessun invito per commentare, a bordo campo, L’Isola dei Famosi.

Anche se, viste come sono andate le cose, è quasi un bene per lei non essersi immischiata in quel contesto lì, non trova?

Fa riferimento al tanto criticato canna-gate? Ne so poco e nulla perché non ho mai visto una puntata del reality di Canale5. Se uno accetta di andare in quel contesto lì, non si può stupire di nulla. Più si spinge l’acceleratore e più l’ascolto sale, e chi maneggia quella materia lì lo sa perfettamente. È la tragedia ad attrarre, da sempre, l’uomo. 

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Lei, detto tra noi, visto anche quello che le accadde in diretta tv con Pannella nel ’95, come l’avrebbe gestito?

Avrei sicuramente sgonfiato il gioco, andando contro il meccanismo televisivo. A seguire mi sarei limitata a condannare il caso, essendo contro qualsiasi droga, ma con toni molto bassi. Quella volta con Pannella non potrò mai dimenticarla. Lui mi diede dell’hashish in diretta tv. Fu una provocazione a favore della legalizzazione delle droghe leggere, ma io ne presi immediatamente le distanze gridando, a favore di camera: “Questa roba fa male. È la morte dei ragazzi!”. A fine puntata venimmo chiusi nello studio per un’ora. Arrivarono le forze dell’ordine per visionare la merce e venimmo messi entrambi sotto processo. Io dall’Ordine dei Giornalisti per ben cinque anni.

L’Ordine dei Giornalisti?

Sì, esattamente. Mi accusarono di essere stata imparziale perché invitavo i cittadini ad andare a firmare per il referendum. Anche se secondo me, dietro quell’accanimento, ci fu una strana associazione.

Faccio fatica a seguirla..

Pannella voleva abolire l’Ordine dei Giornalisti, e sono sicura che in qualche modo avranno pensato che io e lui eravamo d’accordo. E pensare che Pannella me lo mandarono, in puntata, all’ultimo minuto.

Oggi non c’è più, ma l’ha mai più incontrato negli anni?

Scherza? Dopo quel ‘caso’ diventammo grandi amici. È stato un uomo come pochi. Un politico vero, serio e che ha realmente reso più civile questo Paese. Avrebbe potuto evitarmi quello scherzetto, questo sì, ma lui era così.

Intanto, da venerdì, la ritroveremo in seconda serata nella nuova edizione de ‘La Repubblica delle Donne’..

Sì, e non vedo l’ora. Con Chiambretti andrei a fare anche ‘La Repubblica delle Banane’, figuriamoci quella delle donne. Piero in Tv fa dei saggi sociologici e non c’è nulla di più affascinante.

Che poi questa seconda chiamata come la interpreterebbe?

Mi meravigliai così tanto della prima chiamata, che la seconda mi ha stupita ancor di più. Lui ha visto in me un’ironia e un sarcasmo che solo in pochi sono riusciti a cogliere.

Se la ricorda la prima telefonata?

Certamente. Mi disse: “Vieni Alda, devi sostituire Gene Gnocchi!”. Mi prese un colpo. Io, giornalista e pioniera della Tv del dolore, al posto di un comico brillante come Gene. 

E inaugurò la prima puntata della scorsa stagione dando un bacio in bocca al conduttore..

Ma non diciamo sciocchezze. Non c’è stato nessun bacio. Avevo una mano davanti la bocca ed è stata una cosa così, per ridere. Nulla di preparato.

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Chiambretti ama definirsi come un cane sciolto. Lei, invece, come si definirebbe?

Una cagna, sciolta, al cubo.

Il suo compagno di lavoro ha scoperto Costantino della Gherardesca, ha reso sirena Malgioglio, e ha voluto Eva Robin’s come Presidente del nuovo programma. Subito dopo, però, ha parlato di marketing. Il mondo gay fa ancora così tendenza?

Se il marketing di cui parla Piero, può servire ad aiutare la causa omosessuale, che ben venga. Onestamente mi auguro che i gay facciano sempre tendenza, ma non solo perché considerati dei veri e propri trendsetter. Chi ha la possibilità e la fortuna di entrare nelle case di così tante persone, come me, ma anche come Piero e come tutti i nostri colleghi, ha il dovere di combattere contro le discriminazioni. Qui non si parla di civiltà, ma di umanità. E quelli dei gay non sono diritti civili, ma diritti umani. 

E si è mai chiesta del perché vengano sempre scelti personaggi ‘borderline’ da portare in tv?

Preferisco non chiedermelo. Penso che in certi programmi non andrebbero mai ospitati, ed utilizzati, personaggi troppo eccessivi. Non c’è nulla di male in quell’eccesso, sia ben chiaro, ma se strumentalizzato nel modo sbagliato, tutto può diventare controproducente. Quando Marano mi disse: “O la smetti di portare l’omosessualità in Tv, o ti taglio il programma”, sa cosa gli risposi? “Tagliamelo pure!”. Non rinuncerò mai ad un’idea, per la chiusura di un programma. Nel mio pubblico, proprio perché ci tenevo a sensibilizzare l’opinione pubblica, c’erano molti esponenti del mondo omosessuale, ma sempre persone e mai personaggi.

Beh, ma c’era Jessica.. 

Jessica tutto era tranne che una persona borderline. Per le strade tutti la chiamavano ‘Signorina’, e mai nessuno stava lì a porsi troppe domande. Portando in Tv la normalità, e la vita reale di queste persone, il pubblico da casa non poteva sentirsi spaventato in alcun modo. E poi non dimentichiamoci che parliamo di altri anni. Anche a me, ad esempio, non piace il Gay Pride! L’effetto circense, per quanto pacifico e festoso, rischia di ridicolizzare battaglie importanti come quelle che la comunità lgbt porta avanti. 



Dopo l’elezione di Trump sette milioni di donne sono scese in piazza per manifestare contro di lui. Lei sarebbe mai scesa a manifestare contro il Presidente degli Stati Uniti?

Io contro gli imbecilli manifesterò sempre e comunque. E poco importa se in piazza, sul web o al bar. Quando l’ignoranza urla, l’intelligenza tace, signori si nasce, stronzi pure. 

Se dall’altra parte dell’oceano le cose son chiare a tutti, qui da noi c’è solo una certezza: l’ingovernabilità. Se fosse una veggente le chiederei cosa dobbiamo aspettarci..

(ride, ndr) Oramai è una domanda che ci facciamo un po’ tutti. La politica sta cambiano pelle. Oramai si fa tutto online. Il Movimento 5 Stelle è un movimento di rete. C’è un pastore sardo che è diventato Senatore, così come l’ex giardiniere di una mia carissima amica che è stato eletto alla Camera, come Deputato. La gente continua a votare un partito inafferrabile e incomprensibile. Il Movimento ha un solo grande merito: ha evitato una guerra civile.

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Da come parla sembrerebbe piuttosto spaventata.

Mi spaventa l’impreparazione.

Di Battista le risponderebbe che l’esperienza degli altri ha ridotto il Paese in queste condizioni..

Ma Di Battista ha anche ragione; se non fosse stato per i loro predecessori, col cavolo che ce li saremmo ritrovati in Parlamento. Loro vanno avanti per i demeriti degli altri partiti, ma quello che sta accadendo a Roma lo vediamo solo noi che ci viviamo.

La trova peggiorata?

Peggiorata a dir poco. Il vero problema è che la Raggi non risponde alla gente. Lei e i suoi compagni sono democratici a metà. Non danno spiegazioni, non parlano mai e rilasciano sempre meno interviste. Quando uno riesce ad essere ascoltato, la risposta è sempre la stessa: “Grillo ha detto che va bene!”.

Di donna, in donna, la Casellati le piace?

No, mi sta piuttosto antipatica. L’ho conosciuta. Troppo ‘inciuciona’ per quel che mi riguarda e, in tutta sincerità, non mi meraviglio della sua ascesa. Lei è una che sa gestire molto bene le sue cose, ma per me la politica è tutt’altro. Che poi, del resto, a questo ‘malcostume’ eravamo già abituati. Dopo la Pivetti, in fondo, ci può stare tranquillamente anche una come la Casellati. 

Lei non ha mai pensato di scendere in politica?

Mai! La politica è una cosa troppo seria e la devono fare solo, ed esclusivamente, le persone competenti in materia. 

Voltando pagina, quando qualcuno l’appella ancora come la Regina dell’infotainment ci crede, o sorride e lascia tranquillamente il trono a qualcun’altra?

Quel trono è mio, altroché! Quel tipo di Tv l’ho inventata io, e non è un caso se senza di me tutti quei programmi sono morti. Anche se poi sono stati copiati da tutti. 

Ora è a Mediaset. Chi è, tra la d’Urso e Maria, la Regina della Tv del Biscione?

Entrambe. Sono le due facce, diverse, della stessa medaglia. 

E chi preferisce tra le due?

Entrambe. Sono due donne fortissime. Maria è una vera e propria macchina da guerra anche nell’organizzazione, mentre Barbara, pur non avendo gli stessi strumenti di Maria, è comunque bravissima. Hanno due modi di condurre troppo diversi. Una è più teatrale, mentre l’altra è decisamente low profile. Imparagonabili.

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Negli anni non ha mai fatto mistero della sua amicizia con Bruno Vespa. Posso chiederle come mai non l’ha mai invitata nel suo programma?

Dovrebbe chiederlo a lui, e non a me.

Beh, ma da amica, fossi in lei, ci resterei male…

Assolutamente, no. E sa cosa penso? Peggio per lui! Io non è che esisto solamente se vado a Porta a Porta. Io esisto a prescindere. È Porta a Porta che non esiste se non ci sono io. (ride, ndr)

Se tra Queen Mary e Lady Cologno, non si sbilancia, posso chiederle chi preferisce tra Bruno Vespa e Piero Chiambretti?

Piero.

Ha discusso con Vespa?

No, no. Essere amici non vuol dire preferirsi, a prescindere, a chiunque altro.

E non ha paura che Vespa possa restarci male?

Ma queste sono persone che neanche ti pensano. Bruno è un uomo molto sicuro di se e che non starà minimamente a pensare a quello che dice Alda D’Eusanio. Che poi, ad onor del vero, neanche io ci resterei male se qualcuno, amico o non, dicesse che preferisce la Venier, a me. 

Tornasse indietro metterebbe ancora la maglietta con su scritto: ‘Dalla non è un cantante, ma un consiglio’?

No, perché quando entri nelle case non devi mai offendere nessuno. Era una maglietta ironica, ma a quanto pare molte persone si sono sentite offese. Anzi: la rimetterei solamente per fare un dispetto a tutti quei cattolici, imbecilli, che mi accusarono di istigazione ad altre pratiche.

E se la indossasse oggi pensa che avrebbe ancora la stessa risonanza?

Non credo. Con quello che si vede in giro, quella maglietta passerebbe inosservata.

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Non troppo tempo fa dichiarò di volersi reincarnare in Rocco Siffredi. Sono così indiscreto se le chiedessi il perché? 

Mai detto niente di tutto ciò. Se proprio dovessi reincarnarmi in qualcuno, che sia Mahatma Gandhi, ma non Siffredi. Non potrei mai reincarnarmi in uno che fa della sua parte del corpo, uno strumento di business.

Smanetta sempre meno col pc. Non sarà diventata allergica alla tecnologia, vero?

No, è che sono stata molto male! Dopo esser stata ingannata da un avvocato romano (condannato in primo grado per una truffa di 357 mila euro, ndr) sono stata così male che non sono più riuscita a condividere la mia vita con chi mi segue. Pensi che per aver scritto su Facebook qualcosa in merito alla sua condanna, sono state querelata per diffamazione. Roba da pazzi

Si dice che la Endemol stia facendo carte false per averla nella prossima edizione del GF Vip?

Lo vede? A me non mi ha mai chiamato nessuno.

Quindi, laddove la chiamassero, accetterebbe?

Manco morta. Ho tante altre cose da fare che stare davanti a chissà quante telecamere a far vedere le mie miserie. Quando mi sono risvegliata dal coma ho capito che la vita è troppo preziosa per sprecarla nell’inutile chiacchiericcio.

E come giudica tutte quelle donne adulte, come la Grandi, la Izzo o la Clery, che hanno deciso, invece, di non seguire le sue gesta e di prestarsi a quel meccanismo televisivo lì?

Non le giudico, ma al massimo posso provare a capire cosa le ha spinte a fare certe scelte. Magari si divertono. Beate loro. 

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