Due biopic molto diversi tra loro saranno i titoli lgbt di punta del 68esimo Festival di Berlino (15-25 febbraio): l’illustre maestro Gus Van Sant torna in concorso con l’atteso Don’t Worry, He Won’t Get Far On Foot sull’illustratore paraplegico John Callaghan (1951-2010), alcolista costretto alla sedia a rotelle dall’età di 21 anni dopo un incidente d’auto: già lodatissima l’interpretazione del protagonista Joaquin Phoenix in un film definito ‘edificante’ da Variety nonostante le critiche della Ruderman Family Foundation, organizzazione che si occupa dell’inserimento sociale dei diversamente abili, secondo cui la scelta di un attore non disabile sarebbe “Offensiva per la comunità dei disabili in quanto poteva rappresentare l’opportunità utile per far lavorare attori affetti da qualche forma di disabilità per interpretare personaggi che si trovano nello stesso stato”. Nel ruolo secondario del fund raiser gay Danny troviamo un irriconoscibile Jonah Hill con folto capello lungo mentre Rooney Mara interpreta Annu, la fidanzata svedese di John.
Nella sezione Berlinale Special, il fuori concorso più glam, troviamo un altro biopic che attendiamo con trepidazione: The Happy Prince di e con Rupert Everett, di cui abbiamo già ampiamente parlato, con l’attore inglese al suo esordio come regista e nel ruolo che più gli è congeniale, quello di Oscar Wilde senescente, già portato più volte a teatro.
Entrambi i suddetti lungometraggi saranno in competizione per il 32° Teddy Award, il tradizionale premio lgbt trasversale definito da Michael Müller, attuale sindaco di Berlino, “combinazione di livelli artistici elevati e l’obiettivo politico di fornire un effettivo contributo alla tolleranza, accettazione, solidarietà e uguaglianza nella nostra società”. Ci sarà molto Sudamerica, quest’anno: Las Herederas (Le Ereditiere) del paraguayano Marcelo Martinessi corre anche nel concorso ufficiale per l’Orso d’Oro e racconta di una rodata coppia lesbica con problemi di debiti; il dramma rurale argentino/cileno Marilyn di Martin Rodríguez Redondo vede il giovane Marcos struggersi perché la sua famiglia contadina non accetta il fatto che lui abbia una passione sfrenata per il make-up carnevalesco.
La coproduzione peruviana ed europea Retablo di Alvaro Delgado Aparicio s’immerge invece nelle scoscese montagne del Perù per narrare le vicende del complesso rapporto tra un padre artigiano e il figlio quattordicenne; il doc Bixa Travesty di Claudia Priscilla e Kiko Goifman è incentrato infine su vita, corte e miracoli di Linn Da Quebrada, performer trans-pop sopravvissuta alle favelas della periferia di San Paolo e diventata celebre grazie ai suoi spettacoli gender-electro-funky in cui dà sfogo alla sua irrefrenabile creatività. Un omaggio speciale prevede la proiezione di Pasolini diretto da Abel Ferrara con Willem Dafoe nel ruolo dell’immenso vate.
La giuria del 32° Teddy Award è composta, come di consueto, da curatori di cinefestival e premi LGBT internazionali: Antonio Harfuch, Bohdan Zhuk, Franck Finance-Madureira, Marthe Djilo Kamga, Natascha Frankenberg, Pecha Lo e Roisin Geraghty.
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