Il dramma trans belga Girl di Lukas Dhont è la rivelazione queer di Cannes 71, incoronata da due premi a loro modo complementari: quello più ‘settoriale’, di genere, della nona Queer Palm, assegnata all’unanimità ieri sera sulla terrazza dell’A.M.E presso il Five Seas Hotel, e quello più ‘generalista’ e visibile di miglior attore per l’apprezzatissimo Victor Polster al Certain Regard, la cosiddetta ‘serie B’ della competizione ufficiale.
“Abbiamo scelto di ricompensare un film che è puro cinema con un magnifico lavoro d’interpretazione – ha dichiarato Sylvie Pialat, la produttrice presidentessa della giuria Queer Palm – Un film che s’incentra su un soggetto specifico, un soggetto che interroga, con un personaggio fortemente travagliato riguardo alla propria identità. È una grande performance riuscire a parlare a tutti sulla più grande domanda dell’universo: chi siamo e chi vogliamo essere? È la rivelazione di un grande cineasta!”.
Hanno accompagnato la Pialat nel lavoro della giuria: Pepe Ruiloba, programmatore e coordinatore del Premio Maguey del festival messicano di Guadalajara; l’attrice, montatrice e produttrice Dounia Sichov; il regista Morgan Simon e il giornalista Boyd van Hoeij (The Hollywood Reporter).
È stato inoltre assegnato un premio come miglior cortometraggio al brasiliano O Orfoao (L’Orfano) di Carolina Markowicz “per le domande che si pone un adolescente nei confronti dell’uguaglianza con gli adulti, per la convinzione intima che rimette in discussione la stabilità, per la pertinenza dello sguardo, della narrazione e del trattamento cinematografico”.
Girl è una sorta di Billy Elliott gender: la sedicenne Lara (l’attore cisgender Victor Polster) sogna di fare la ballerina, di diventare un’étoile internazionale, ma il suo corpo glielo impedisce. Sì, perché Lara è in realtà nata maschio, e non bastano gli ormoni per accelerare la trasformazione che la porterebbe all’agognato cambio di sesso. Come 120 Battiti al Minuto, Girl è un film sul corpo, sulla dialettica tra fisicità e anima, carne e spirito: si descrivono non tanto i conflitti col mondo esterno per la transessualità di Lara (il padre la ama, approva la scelta di Lara, la convince a credere profondamente nella sua passione) ma quelli di Lara con sé stessa, col suo corpo che non si piega alla fatica, dai piedi sanguinanti allo stremo dopo ore di prova: il balletto come dura palestra di vita.
Girl non è ancora stato acquistato dall’Italia: speriamo che i premi vinti lo aiutino a trovare una distribuzione.
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