Il 2017 verrà tristemente ricordato anche per il cosiddetto ‘omocausto ceceno’, denunciato dal quotidiano russo Novaya Gazeta e confermato dalle parole dei ragazzi scappati dai lager.
Ramzan Kadyrov, presidente ceceno, ha sempre negato l’esistenza di un ‘rastrellamento’ di stampo governativo nei confronti delle persone omosessuali, sottolineando come in Cecenia “non esistano gay”. Nuovamente affrontato sull’argomento dalla giornalista della BBC Sarah Rainsford, Kadyrov è tornato ad incolpare la stampa, a suo dire autrice di ‘fake news’ nei confronti del suo Paese.
“Non esiste una persona che sia stata discriminata in Cecenia. È un’invenzione dei media stranieri, i cosiddetti attivisti per i diritti umani si inventano qualsiasi cosa per denaro. Tutti coloro che difendono i gruppi per i diritti umani e i gay che presumibilmente vivono nella Repubblica cecena sono media stranieri. Hanno venduto il loro paese, la loro gente, la loro religione!”.
Quando la giornalista ha chiesto al presidente una replica nei confronti di tutte quelle accuse arrivate da decine di persone LGBT cecene, le sue guardie di sicurezza hanno bloccato la telecamera ed evitato ogni ulteriore confronto. Il mese scorso è stato arrestato Oyub Titiyev, leader di un gruppo condannato a 10 anni di carcere per della marijuana trovata nella sua auto. L’uomo ha scritto una lettera a Vladimir Putin dicendo di non aver mai posseduto marijuana, annunciando che “se mai dovessi confessare le mie colpe… significherebbe che sono stato costretto da coercizione fisica o ricatto“.
Il quotidiano russo Novaya Gazeta ha denunciato l’uccisione di circa 30 persone omosessuali, avvenuta in veri e propri lager, oltre a non si sa quanti giovani omosessuali uccisi dai loro stessi familiari.
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