Sbarcato in libreria con il suo quarto romanzo, Padre Quotidiano, edito da Mondadori, il regista Gianni Amelio è tornato a parlare della propria vita privata e della propria omosessualità sull’Huffington Post, intervistato da Giuseppe Fantasia.
73 anni, 3 David di Donatello e 4 Nastri d’Argento vinti, Amelio racconta anche la sua storia, all’interno del romanzo, non a caso definito in parte ‘auto-biografico’.
‘È la mia storia, la storia di quella che oggi è la mia famiglia. Il contenuto è l’adozione che nel mio caso mi ha cambiato la vita radicalmente e mi ha permesso di avere una famiglia incredibile. Non ho adottato solo lui, ma ho portato a Roma, dall’Albania, anche i suoi genitori naturali. All’inizio, non lo nego, ero terrorizzato: cosa ne sapevo io di come si faceva il padre? Poi però ho deciso di mettercela tutta e, passo dopo passo, abbiamo costruito quello splendido rapporto che abbiamo oggi. Lui ha conosciuto la sua compagna con cui è da ventiquattro anni, hanno avuto tre figlie e sua madre abita con me. Sono nonno, papà e marito, perché è mancato il padre naturale di mio figlio che mi ha scelto come futuro padre di suo figlio. Non è straordinario?‘.
Un’adozione che gli ha cambiato la vita, mai nascosta e vissuta sempre con la schiena dritta e a testa alta. ‘Ho una vita sentimentale e sessuale molto aperta, molto libera, ma alla luce del sole‘, rivendica con orgoglio il regista, per poi soffermarsi sul concetto di sessualità: “E’ per me un fatto di libertà, ognuno sceglie la propria idea e tendenza, il proprio gusto, purché non da fastidio agli altri e non commetta delitto. Non vedo perché debba essere combattuto o imprigionato“.
Quattro anni fa, con l’uscita del documentario ‘Felice chi è diverso‘, il coming out pubblico.
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