Dopo essere stato bannato in patria per il suo ‘contenuto lesbico’, il dramma lesbico kenyota Rafiki ottiene un ottimo risultato (il secondo massimo incasso in assoluto) nella settimana di settembre in cui la Corte ha temporaneamente sospeso il ban. Racimolando circa 33.000 dollari, Rafiki ha battuto blockbuster americani quali The Nun e Night School.
Essendo uscito per almeno sette giorni, Rafiki avrà inoltre la possibilità di essere selezionato agli Oscar nella categoria del miglior film straniero.
Rafiki racconta la contrastata storia d’amore tra due ragazze di famiglie rivali.
“Grazie a tutti coloro che sono usciti di casa per andare a vedere il film! – ha dichiarato entusiasta la regista Wanuri Kahiu – Vi ringrazio per aver celebrato il cinema kenyota con noi. Ne siamo così grati. Se ritorniamo davanti a un giudice per discutere della libertà di espressione, vi portiamo con noi”.
“Il successo dell’uscita in sala – spiega il produttore Steven Markovitz – prova che c’è un forte mercato commerciale per Rafiki in Kenya. Intendiamo portare il film in altri paesi africani per dimostrare che i film africani di qualità sono commercialmente vitali nel nostro continente”.
“Il caso in corso – conclude Sofia Leteipan, avvocato di Wanuri Kahiu – fornisce un’opportunità alla Corte di fornire un senso, interpretare nello specifico e dare respiro alla garanzia costituzionale del diritto di libertà d’espressione che include la creatività artistica”.
Adesso i legali di Wanuri Kahiu cercheranno di eliminare completamente il ban di Rafiki.
Rafiki ha inaugurato lunedì scorso il Florence Film Festival ed è stato il primo film kenyota a essere scelto nella Selezione Ufficiale di Cannes, nella sezione Un Certain Regard. Ma non ha ancora una distribuzione italiana.
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