Hanno trovato i loro corpi abbandonati lungo l’autostrada. In Messico il problema della violenza colpisce ancora più duramente le persone LGBT.
Ruben Estrada, Roberto Vega e Carlos Uriel Lopez erano tre attivisti LGBT, uccisi nel weekend dopo una serata in un nightclub di Taxco, a 170 km da Città del Messico. Secondo quanto riporta l’associazione per diritti civili Diversidad Guerrero, i tre si sarebbero rifiutati di consegnare del denaro a una gang.
Lo stesso gruppo di persone li avrebbe poi prelevati con la forza per poi allontanarsi con un van. Nelle ricostruzioni della stampa locale, uno dei tre sarebbe stato giustiziato con un colpo di pistola nella nuca, mentre gli altri due sarebbero stati torturati prima di essere uccisi.
La violenza armata resta una grave emergenza in Messico, e in particolare nel povero stato di Guerrero, non solo quella legata al narcotraffico. Nonostante una comunità LGBT sempre più visibile, in questo scenario la vita delle persone queer vale ancor meno: sono ben 202 le vittime nel biennio 2014-2016, sono sei omicidi al mese. Più della metà di loro erano donne transgender.
Non è ancora chiaro se questo crimine possa avere risvolti omofobici, ma dei delitti ai danni della comunità LGBT solo 17 sono stati riconosciuti come crimini d’odio dalle autorità messicane.
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