x
Home / News / Prontə per il registro alias: oltre 100 persone in lista d’attesa

Prontə per il registro alias: oltre 100 persone in lista d’attesa

Entro la prossima Primavera il comune di Milano permetterà il riconoscimento dell’identità di genere sui documenti.

Monica J Romano
0:00
Ascolta l'articolo
2 min. di lettura

Buone notizie sul fronte dei diritti!

Lo conferma Monica J. Romano, consigliera comunale di Milano, che promette l’approvazione del registro alias entro la prossima Primavera su tutta Milano e provincia.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Monica J. Romano (@monicajromano)

La legge permetterà ad ogni persona transgender o di genere non conforme di cambiare proprio nome e genere sui documenti – dagli abbonamenti ATM alle tessere delle biblioteche insieme ai badge del comune – durante tutto il percorso di transizione (o affermazione) di genere.

Un diritto urgente e fondamentale per l’autodeterminazione di ogni cittadinə transgender, che come spiega a Repubblica Annamaria Fisichella – mamma di Alessandro, adolescente transgender – può permettere una vera e propria ‘liberazione’, ancor più per i giovanissimi che fino a 18 non possono richiedere nuovi documenti.

Ai minori per qualsiasi cosa viene richiesto il documento e ogni volta sono messi nella condizione di dover spiegare di essere un maschio o una femmina”  dice Fisichella “Il nome alias permetterà di poter vivere più serenamente. Perché doverglielo impedire?”

Ad otto mesi dall’approvazione della proposta in comune, Romano insieme alla delegata alle  pari opportunità Elena Lattuada e l’appoggio del sindaco Beppe Sala – oltre alla collaborazione delle associazioni Rete Lenford, Sportello Trans di Ala Milano Onlus e Associazione Agedo – hanno rilevato oltre 149 persone in lista d’attesa sul territorio di Milano e dintorni, con almeno 100 persone prese in carico dalle strutture private ogni anno.

Il percorso di transizione non è facile. Dal punto di vista giuridico, medico, per le lunghe attese, la fatica che si fa anche a livello fisico” spiega a Repubblica la dottoressa Stefania Bonadonna , con a carico oltre 600 pazienti (di cui metà adolescenti), evidenziando come il documento alias faciliterà anche l’assistenza sanitaria, permettendo a chiunque di ricorrere a servizi apparentemente semplici, ma complicati per chiunque in transizione.

Un piccolo grande step verso il cambiamento, frutto del lavoro di associazioni, gruppi di autocoscienza, movimenti, e iniziative locali. Nella speranza di raggiungere al più presto il resto della regione.

Leggi anche: Il Registro di genere, una rivoluzione contro il patriarcato, che parte dai Comuni

© Riproduzione Riservata
Entra nel nostro canale Telegram Entra nel nostro canale Google

Resta aggiornato. Seguici su:

Facebook Follow Twitter Follow Instagram Follow

Lascia un commento

Per inviare un commento !