Cosa significa esplorare l’altrə e rappresentarlə?
Per la fotografa italiana Francesca Menghini, classe 1987, scattare foto è diventato uno strumento per raccontare storie dimenticate ai margini e interrogarsi da capo.
Cresciuta a Viterbo e trasferita ad Amsterdam nel 2018, dopo l’incontro con Sven e parte della scena LGBTQIA+ olandese inizia a (ri)scoprire una realtà a lei sconosciuta, che la cambia sul piano artistico quanto personale: “In quanto persona cisgender, mi è sembra anche doveroso fare la mia parte per aprire gli occhi a tante persone che scelgono di non vedere” mi racconta.
L’incontro con Sven è stato solo l’inizio di un passaparola che ha portato a Unbounded, Being gender diverse, progetto fotografico nato nel 2019 dove attraverso immagine e parola racconta le mille sfumature che vanno oltre maschio o femmina.
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Non solo un servizio fotografico, ma un processo di apprendimento dove mettere in discussione il proprio privilegio ed entrare in contatto con l’altrə.
Il lavoro di Francesca svolge come una chiacchierata, dove lə modellə hanno modo di raccontarsi senza filtri, barriere, o forzature.
Un rapporto di fiducia e apertura reciproca, dove ogni scatto è accompagnato con uno statement dellə modellə, che portano tuttə un pezzo della propria con sé. Ma ancor più è l’occasione per riconoscere la pluralità di esperienze transgender, e come ogni soggettività si differenzia dall’altra senza seguire un percorso univoco.
Ad accomunarle è la libertà di esprimere e vivere la propria identità senza limiti: “Mi sono sempre sentitə fuori posto, senza essere unə dei ragazzi ma nemmeno una delle ragazze” racconta Sven “Fin quando non ho capito che non devo integrarmi. Sono creator della mia vita. Ho deciso di indossare, fare, e chi essere e per me, questo è potente”.
Un progetto che è per Francesca l’occasione di sensibilizzare e uscire dalla propria comfort zone, nella speranza che possa risvegliare coscienze anche altrove: “Proprio ieri ho scattato una foto ad una persona parte delL’Arcigay di Viterbo” mi racconta, sperando di poter estenderlo anche nel territorio italiano.
“La mia più grande soddisfazione è che possa aiutare a sradicare tutti quei pregiudizi che creano discriminazione e uguaglianza” conclude Francesca “Soprattutto vorrei che questo progetto faccia comprendere alle persone che i diritti LGBTQIA+ dovrebbero essere nell’interesse di tuttə, anche se cis e privilegiati. Che provochi una discussione, poter connettere l’altro con l’esperienze di altre persone, e di creare una comprensione”.
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