Tempo fa ho accennato all’incontro con un giovane porno attore, più che per approfondire le sue esperienze, per un’innocua riflessione sulla notte, sui tanti e differenti tipi di incontri che si possono fare. Ho notato però la grande curiosità dei lettori e ho pensato che forse avrebbero voluto sapere cosa si prova a girare un film di quel genere. Per cui mi sono ripromesso che al prossimo porno attore che avessi incontrato avrei estorto più informazioni. E così è stato.
Ma poi è successo anche che il ragazzo in questione, giovane, snello, glabro, insomma non esattamente il mio tipo (e nemmeno di quel porco di M.), cercasse incontri un po’ fuori dagli schemi: essere legato, bendato, dominato, ecc. Anzi, a dire il vero, ho saputo prima di queste sue fantasie e solo in seguito ho scoperto che aveva prestato il suo corpicino in produzioni a luci rosse.
Conviene dunque che racconti per tappe distinte il nostro incontro, mettendo a fuoco i differenti argomenti, a mio giudizio tutti egualmente interessanti: film porno, bondage & domination e anche la ricerca di sesso fine a se stesso e molto determinato da parte di un ragazzo giovane, uno scriccioletto che certamente non è assimilabile ai suoi coetanei No Sex.
Andiamo per gradi: dopo mesi di conoscenza virtuale (non vive a Roma), il tipo in questione mi prospetta un incontro, in occasione di un suo breve soggiorno nella Capitale. Mi chiede un certo tipo di prestazione, quella cui ho appena accennato, e la chiede esplicitamente, senza troppi giri di parole.
Fin troppe volte mi sono sentito domandare le cose più forti da ragazzi della sua età che poi si sono sempre tirati indietro. In particolare la fantasia di essere legati sembra accomunare tanti giovani ma al tempo stesso deve pure spaventarli a tal punto che le corde e tutti gli strumenti necessari a questa pratica marcirebbero in un armadio, se io non fossi stato abbastanza tirchio da evitare di acquistarli.
Lui sembra però assai più determinato di tanti altri. Non si dilunga sulla faccenda e accetta di buon grado il fatto che anch’io non ami chiacchierare di sesso ma preferisca farlo: mi lascia quindi sospettare che forse fa sul serio e non vuole solamente eccitarsi a parlare di porcate. Lo invito allora a vederci direttamente a casa mia. Accetta. E il bello è che viene.
Ora sta a me dimostrarmi all’altezza della situazione, riuscendo a prendere la giusta confidenza…
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Ora sta a me dimostrarmi all’altezza della situazione, riuscendo a prendere la giusta confidenza con le sue forme minute: è la prima volta che ci incontriamo dal vivo e, per quanto siamo entrambi eccitati e risoluti ad andare abbastanza in fondo, bisogna che tra di noi si stabilisca un rapporto di fiducia. Non posso prendere e immobilizzare il primo sconosciuto che mi si presenta in casa, nemmeno se è lui a chiedermelo. Non lo trovo educato.
È vero che certi rapporti sono folgoranti proprio perché tutto quel che avviene è inatteso, irruente, perché uno dei due ha l’estro di sottomettere l’altro, di costringerlo a fare delle cose senza star prima a sondare se quello è d’accordo o meno.
Per essere più espliciti in modo da farmi comprendere dai giovani meno esperti della materia, vorrei che ripensaste alle volte in cui vi siete trovati all’aperto, magari nella penombra, e si è avvicinato a voi un uomo dall’aspetto molto virile, facendovi un rapido cenno, sbottonandosi i pantaloni e costringendovi a mettervi in ginocchio. Vorrei che vi concentraste sulle vostre reazioni. Soprattutto se l’affare estratto dall’uomo in questione superava ogni più rosea aspettativa.
Così, molti giochini erotici, che pure non sono la mia né credo la vostra unica passione, possono costituire un piacevole diversivo, ovviamente se l’altro è un valido giocatore. Il sesso è anche fantasia e, appunto, gioco, anche se per giocare bene, bisogna conoscere le regole. Se infatti si commette la mossa sbagliata l’entusiasmo potrebbe scemare e rovinare il seguito. Nel dubbio, salvo rare eccezioni, credo convenga andare per gradi, cuocere insomma la preda a fuoco lento.
Per tornare quindi all’incontro col mio giovane amico (che descriverò dettagliatamente la prossima settimana), se si fosse trovato in breve legato e imbavagliato da me – ossia uno sconosciuto – a casa mia, nella mia città, senza magari aver prima avvertito la mamma, se avesse provato paura anche per un solo istante, avrebbe rischiato di compromettersi tutto l’eros. Quasi come se io avessi cominciato a chiedergli: “Posso?”.
Flavio Mazzini, trentacinquenne giornalista, è autore di Quanti padri di famiglia (Castelvecchi, 2005), reportage sulla prostituzione maschile vista “dall’interno”, e di E adesso chi lo dice a mamma? (Castelvecchi, 2006), sul coming out e sull’universo familiare di gay, lesbiche e trans.
Dal 1° gennaio 2006 tiene su Gay.it la rubrica Sesso.
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di Flavio Mazzini
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