Analizzando senza pregiudizi quello che avviene nel mondo della pornografia si possono raccogliere indizi preziosi su quella che è l’evoluzione dei costumi e della società. Certo nel porno c’è la rappresentazione di una realtà, e di tante fantasie, che pochi fortunati possono vivere in maniera così semplice e immediata, tuttavia è innegabile che attraverso la pornografia si possono analizzare cose importanti come l’evoluzione del concetto di bellezza, del rapporto fra i generi, della morale sessuale e molto altro ancora. In particolare, per quel che riguarda la pornografia gay, queste analisi non possono fare a meno di includere anche i “dietro le quinte”, un aspetto che nel porno etero passa in secondo piano. Infatti se la vita privata di chi lavora nel porno etero ha un’importanza molto relativa, indagare sullo stile di vita dei gay porn performers offre molti più spunti di discussione riguardo a questioni come l’omofobia, il coming out, il rapporto con la famiglia, la percezione dei rapporti omosessuali, la natura delle unioni gay e altre dinamiche sociali di un certo rilievo.
Non bisogna dimenticare, infatti, che chi fa porno gay oggi ha un livello di visibilità tale che – automaticamente – deve mettere in conto che sta facendo coming out, se non come gay perlomeno come gay for pay. Questo significa che, a differenza di quanto avviene nel mondo del porno etero, i performers devono fare i conti con una società che li qualifica sia come attori porno che come omosessuali, e vedere come vivono questa situazione li rende dei soggetti decisamente più interessanti da seguire. Questo, probabilmente, spiega perchè la recente serie di docu reality realizzati dal canale americano Vh1 sulle coppie fuori dall’ordinario, ha coinvolto il noto gay for pay Reese Rideout e sua moglie Becky, con una lunga intervista in cui cercano di spiegare che per lui fare porno gay è solo un lavoro, e che fondamentalmente ritengono che non ci sia nulla di male. Esattamente il genere di intervista che, fino a pochi anni fa, sarebbe stata inconcepibile. Così come sembra una cosa perlomeno interessante l’apertura definitiva del performer Rocco Reed al porno gay. Per chi non lo sapesse parliamo un professionista che ha girato diverse centinaia di video etero, tra cui alcune memorabili porno parodie di Star Trek, per poi firmare un contratto in esclusiva col sito gay men.com.
La cosa davvero notevole è che, dopo una manciata di video in cui ha avuto solo un ruolo attivo, adesso ha deciso di fare il grande passo e di sperimentare anche quello passivo per la prima volta, grazie all’aiuto dell’accattivante Landon Conrad. Il video, manco a farlo apposta, lo vede nel ruolo di un uomo prossimo alle nozze che non resisterà al fascino del futuro cognato. Al di là delle facili ironie è davvero interessante notare come Rocco Reed sia il primo attore porno etero con una certa fama a sfidare il tabù del rapporto anale con un altro uomo, segno evidente dei tempi che cambiano. Ovviamente ora tutti si chiedono cosa succederà quando scadrà il suo contratto semestrale con men.com: tornerà al porno etero oppure scoprirà che non può più fare a meno del porno gay? Staremo a vedere. Sicuramente questo suo esperimento, che ha lasciato di sasso il mondo del porno etero e i suoi estimatori, sta contribuendo ad una vivace discussione su sesso e tabù.
C’è da dire che, ultimamente, il sesso passivo sembra essere diventato qualcosa che interessa sempre più spesso anche molti gay porn performers che finora erano noti per il loro ruolo attivo: da Jean Franko – che fino a questo momento si era concesso molto raramente – a D.O., che col passaggio dalla Raging Stallion alla Luca Entertainment ha deciso di girare il suo primissimo video in cui cederà alla passione dell’afroamericano Hotrod. Quel che si dice iniziare senza mezze misure. Da notare che in entrambi i casi si tratta di performers di origine latina, che forse hanno deciso di superare lo stereotipo del macho latino attivo a tutti i costi, dimostrando che i ruoli sessuali non hanno niente a che fare con la virilità. Forse i tempi stanno davvero cambiando?
di Valeriano Elfodiluce
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