Qualche settimana fa mi è capitato di conoscere un ragazzo. Carino e spigliato, ero a tanto così dal proporgli di uscire insieme fino a quando, chiacchiera che ti richiacchiera, gli chiedo gli anni. Che fosse più giovane di me era evidente dal momento che ormai pare che quelli nati prima degli anni ’80 siano tutti impagliati ed esposti nelle sale dei migliori musei di scienze naturali del mondo. Ad ogni modo pensavo veleggiasse intorno ai 28 anni. "Ne ho 21", mi fa con la grazia della sua età.
La mia mascella si sgancia all’istante e a quel punto non so se sia più imbarazzante non avere una chiave inglese per riavvitarmela o aver creduto che avesse 7 anni in più. In un attimo, ogni voglia di invitarlo fuori per qualcosa che non sia un gelato riaccompagnandolo a casa entro mezzanotte svanisce. Ebbene sì, io ho un grosso problema nel relazionarmi con persone molto più piccole di me (ma anche molto più grandi a dirla tutta). Lui sì è risentito accusandomi di essere uno che bada all’età e che non considera la maturità delle persone a prescindere dall’anagrafe, comportandosi esattamente come facevo io quando ventenne provavo a rimorchiare ragazzi ben più grandi di me (e che mi davano invariabilmentebuca). Ma questa è l’adorabile presunzione della giovinezza.
Solo con l’età mi sono reso conto infatti che in uno stato normale di sviluppo mentale, a persone di una certa età rimane difficile relazionarsi con ragazzi molto giovani (a meno che non si tratti di una botta e via, ma quello è un altro paio di maniche).
Non per essere spietati, ma sebbene capisca che avere accanto compagni molto più giovani possa farci rivivere l’ebbrezza di una stagione che purtroppo dura sempre troppo poco, bisogna accettare che i nostro capelli non ricresceranno né i nostri glutei torneranno più sodi fidanzandoci con loro. Al contrario rischiamo di incamminarci lungo un sentiero più tortuoso di quanto l’amore non sia già di suo, con l’aggravante di riservarci un ruolo a tratti patetico incarnandoci nel Gustav di "Morte a Venezia".
Quando infatti mi capita di incontrare queste coppie "miste" rimango impressionato nel vedere uomini sui "40 e passa" anni che cercano di adeguarsi al fidanzato 20enne iniziando a scrivere negli SMS "ke" anziché "che" e salutare gli amici con un "bella regà" invece di un più adeguato "buona sera a tutti".
Su tutte però la cosa che mi mette più a disagio è il gap culturale. Io Lady Oscar la conosco perché l’ho vista quando era una in tv e non perché l’ho studiata a Scienze della Comunicazione nel seminario "Elementi di archeologia televisiva". Ma con questo non intendo dire che le relazioni debbano crearsi solo tra coevi. Personalmente però 10 anni è il divario massimo tollerato. Se inizia a essere superiore il rischio è che di lì a pochi anni il ruolo di fidanzato si trasformi in quello di badante.
Lo so che la cronaca vippiana è piena di esempi che sembrano invece suggerirci il contrario ma guardiamoli da vicino. Hugh Hefner si fidanza ogni due settimane con la playmate del mese che solitamente ha avuto la sua prima mestruazione da neanche 10 giorni, mentre lui è costretto a farcirsi di Viagra come un tacchino di castagne per la festa del ringraziamento. Tra Demi e Ashton Kutcher le cose funzionano, ma per evitare che la gente smaligni dicendo che l’attrice di Ghost confonde il matrimonio con l’adozione ha dovuto sborsare 350 mila dollari in interventi di rifinitura diventando, almeno esternamente, una ragazza appena uscita dall’adolescenza (mentre tutti ignorano quanta fatica costi mantenere il ritmo con un compagno che si gode ancora gratuitamente la sua giovinezza). Per non parlare poi di Calvin Klein che ha fatto scopa, nel vero senso della parola. Ha abbindolato un modellino poco più che ventenne e adesso se ne vanno in giro per i red carpet interpretando una versione fashion della strega della casa di marzapane e il piccolo Hansel.
Per come la vedo io, e spero di restare fedele ai miei propositi, evitare il grottesco quanto più ci si avvicina all’età della discrezione è un impegno morale e assoluto. Del resto nell’amore come nella moda la fortuna è spesso dovuta alla capacità di saper accostare e abbinare le cose e basta davvero tanto così perché una buona intuizione si trasformi in un totale disastro.
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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