Avete mai sentito parlare del Kamasutra gay?
A causa sua la settimana scorsa per poco ci resto secco. Non perché avessi cercato di riprodurre la posizione del “nodo nepalese” ma, molto più banalmente perché cercando di tirare già dal soppalco le luminarie di Natale mi è crollato in testa uno scatolone di 70 chili pieno di libri inutili e altre cianfrusaglie che non mi decido mai di buttare.
Mentre con una mano mi premevo sul bernoccolo una scatola di vongole surgelate con l’altra rimettevo dentro il contenuto che si era sparso a terra. Tra i vari orrori rinvenuti sono riaffiorati anche alcuni libri che raccontano il mio dicotomico percorso culturale e morale che parte da "Il Vangelo spiegato ai bambini" (un regalo dei tempi della prima comunione) al "Kamagay-le posizioni dell’amore omosessuale" (un regalo di un "battesimo" tutt’altro che religioso ricevuto chi-si-ricorda-da-chi).
Le illustrazioni di questo vademecum sessuale non hanno nulla di erotico. I protagonisti disegnati al tratto sono tanto stilizzati da sembrare quasi asessuati risultando persino meno eccitanti delle avventure di Ciccio e Nonna Papera.
La versione gay che ho tra le mani è un riadattamento del più famoso Kamasutra indiano che è un po’ come Linux rispetto a Windows dal momento che l’hardware anatomico di due maschi è chiaramente diverso rispetto a quello di un uomo e una donna.
Alcune posizioni sono talmente banali che non avrebbero neppure meritato l’onore di essere descritte visto che persino la fantasia erotica asfittica di Moccia riuscirebbe facilmente a replicarle.
Altre come quella del Cucchiaio sono l’ideale per chi, come me, se può gradisce unire l’utile (del dormire) con il dilettevole (sollazzo per il proprio fidanzato). Mi capita sotto gli occhi anche la posizione del Bonobo (che pare sia una lussuriosa razza di scimmia). Credo che l’illustratore abbia voluto scherzare disegnando una posizione impraticabile a meno che non si abbiano gomme da cancellare al posto delle vertebre.
Il Kama Sutra, quello originale (leggo sull’Enciclopedia Britannica) è composto di 36 capitoli, organizzati in sette parti, ognuna delle quali scritta da un esperto nel rispettivo campo e suddiviso in: introduzione (4 capitoli) – sull’amore in generale, il suo posto nella vita di un uomo ed una classificazione delle donne; unione sessuale (10 capitoli) – una discussione approfondita sul bacio, vari tipi di preliminari, orgasmo, una lista di posizioni sessuali, sesso orale, parafilia, e ménage à trois (e io che credevo che gli indiani fossero tutti degli asceti meditabondi).
Insomma, un corpus monumentale di "codex" e "lex", fin troppo prolisso e dettagliato soprattutto per uno come me che a malapena ha la pazienza di scorrere la pagina degli spettacoli cinematografici.
Certo colpisce la cura dei redattori che hanno realizzato un’opera perfetta per quei sultani medievali che poco altro avevano da fare se non applicare centinaia di fantasiose posizioni con altrettante cortigiane dei loro serragli. Ma oggi, chi ha tutto questo tempo da dedicare al sesso inteso come esperienza estetica?
Il più delle volte è un riempitivo in attesa che si esibisca un concorrente in X Factor quando persino il sesso mordi e fuggi è più piacevole dei commenti della Ventura.
Benché personalmente mi opponga a una visione sciatta della fornicazione, sono altrettanto convinto che il sesso vada fatto un po’ come capita, andando a intuito, avendo un po’ d’esperienza ma la giusta dose di spregiudicato sperimentalismo, del resto le ricette migliori sono quelle che nascono dal pasticcio degli ingredienti che ci si ritrova ad avere in dispensa.
Mentre ripongo definitivamente il Kamagay al suo posto nello scatolone delle cose inutili (fino al prossimo incidente) penso a come non ci sia nulla di più antierotico che la spiegazione di come fare sesso che tutto merita meno che venir cadenzato come le stazioni della Passione il venerdì santo: "Prima posizione del missionario: qui l’uomo si mette a 4 zampe e l’altro da tergo lo fa suo".
Se nell’"Evoluzione della Specie" di Darwin l’intento di catalogare, codificare e descrivere ha senso, quando si applica lo stesso intento alla più istintiva delle azioni dopo la secrezione di saliva davanti al calendario dei Dieux du Stade, il risultato diventa asettico e noioso.
I manuali in generale sono fatti per le persone prive di fantasia, figuriamoci poi se cercano di insegnarci a fare sesso. Certo, puoi trovarci degli spunti, ma nulla che non arrivi a scoprire conoscendo profondamente i tuoi gusti, assecondando le tue inclinazioni e avendo quella prontezza ricettiva dell’altro che si ha quando c’è una forte intesa emotiva tra i due amanti.
E poi, a conclusione di tutto questo, ti pare che uno si mette ad assumere pose ispirate da orge di babbuini? Oggi poi, dove è un attimo che ti ritrovi pubblicato su internet in posizioni talmente intricate che non sai da che parte rigirare la foto per capire qual è il verso giusto.
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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