In una recentissima intervista il gay porn performer Vince Ferelli (che, nonostante il nome d’arte italiano, è nato e cresciuto in California), ha dichiarato che secondo lui il porno gay rappresenta per la comunità gay quello che l’hip hop rappresenta per la comunità afroamericana. Vince Ferelli ha motivato questa affermazione dicendo che, così come l’hip hop è un’espressione della cultura afroamericana, in grado di influenzarla a sua volta (dal linguaggio alla moda), così il porno gay esprime una parte importante della realtà gay (la sua sessualità) ed è in grado di lanciare dei trend che poi vanno a influire direttamente sull’identità della comunità gay contemporanea. Sicuramente Vince Ferelli si riferisce alla realtà gay statunitense, e in particolare a quella californiana che lui conosce molto bene, ma effettivamente il suo discorso si potrebbe applicare a tutte quelle realtà in cui la pornografia gay – o perlomeno la pornografia di un certo livello – ha iniziato ad essere accessibile ad un’ampia fetta di popolazione (principalmente grazie ad internet).
E non si tratta soltanto di diffondere o meno la cultura del sesso sicuro, ma anche certi ideali estetici, certi tipi di approccio, certe mode e persino certe forme di relazione. In alcuni casi è molto difficile stabilire se è nato prima l’uovo o la gallina, e cioè se è il porno gay a rispecchiare la comunità gay o se è stata la comunità gay ad essere influenzata dal porno gay, certo è che in quelle realtà in cui non si può parlare di una vera e propria "comunità gay" in grado di offrire dei riferimenti precisi, tantissimi omosessuali si sono formati anche grazie alla visione di produzioni pornografiche (mentre i loro coetanei etero, avendo a disposizione molte altre occasioni di confronto, davano alla pornografia eterosessuale un peso molto diverso). Ovviamente si tratta di una formazione molto parziale ed estremamente lacunosa dal punto di vista affettivo e relazionale, tuttavia è innegabile che la pornografia sia un "riferimento" decisamente importante, soprattutto per alcune cose importanti come la serena accettazione del proprio desiderio sessuale e l’abbattimento del senso di colpa che tanti omosessuali sviluppano in contesti omofobi e repressivi.
Inoltre alcuni fenomeni abbastanza recenti, come i gay for pay (i ragazzi etero disposti a girare video gay sotto compenso) e gli straight for gay (gli etero disposti a farsi riprendere in situazioni eccitanti per il pubblico gay), che ormai costituiscono un vero e proprio sottogenere della pornografia gay, hanno dato un’ulteriore spinta in questa direzione, facendo evolvere questo settore in direzioni che effettivamente erano impensabili fino a pochi anni fa. Tanto più che molti dei nomi di spicco del nuovo hard gay, in particolare di quello che si muove esclusivamente su internet, si sono avvicinati a questo mondo proprio perché erano animati dalla voglia di poter esprimere liberamente la loro sessualità e dal desiderio di avere una sorta di rivincita nei confronti di una vita che li aveva per lungo tempo limitati.
A titolo di esempio si possono citare un paio di casi emblematici: quello di Sean Cody e quello di Jack Cruse, due simboli del hard gay online contemporaneo. Il primo era un ragazzo cresciuto nella rigida comunità mormone, mentre il secondo era un simpatico omosessuale prossimo alla mezza età, a cui il medico aveva raccomandato di combattere alcuni problemi legati allo stress facendo quello che più gli piaceva. Ora Sean Cody gestisce uno dei siti di gay for pay più quotati del web, mentre Jack Cruse è diventato lui stesso il protagonista di un sito in cui offre una sorta di video diario delle sue esperienze sessuali (in cui tantissimi gay non più giovanissimi possono identificarsi) con bellissimi escort e porn performers .
Al di là del fatto che ora entrambi gestiscono siti molto remunerativi con una decina di dipendenti a testa (senza contare i ragazzi che vengono filmati), può essere indicativo il fatto che hanno scelto di chiamare i rispettivi siti con il proprio nome, quasi a voler sottolineare il fatto che per loro l’hard voleva essere un modo per ottenere una sorta di rivincita personale su quella società che li reprimeva e li rendeva infelici. E a quanto pare ci sono riusciti, contribuendo a loro volta a sdoganare la sessualità gay e offrendo a tanti gay for pay (etero, ma solo fino a un certo punto) la possibilità di esplorare col sorriso sulle labbra il loro lato omosessuale, per la gioia di un vasto pubblico prettamente gay che – grazie a loro – potrà vivere le proprie pulsioni in maniera meno conflittuale. Probabilmente nessun gay otterrà mai la felicità solo grazie al porno, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
di Valeriano Elfodiluce
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