Il 1° dicembre si celebreranno i 30 anni della Giornata mondiale contro l’AIDS, istituita nel 1988, con la LILA (Lega italiana per la lotta contro l’AIDS) che ha annunciato test rapidi, anonimi e gratuiti in nove città d’Italia dal 23 al 30 novembre.
Una testing week promossa da “HIV in Europe” che vede coinvolte 600 realtà, associative e istituzionali, in quarantasette paesi della regione europea (così come disegnata dall’OMS). La settimana del test costituisce, sin dal 2013, una delle più vaste e importanti mobilitazioni internazionali a tutela della salute pubblica il cui slogan “Test, Treat, Prevent” (Test-Terapie-Prevenzione), riassume le tre azioni fondamentali per contenere e sconfiggere queste infezioni.
Tra gli obiettivi dell’iniziativa c’è quello di incoraggiare le persone ad accedere ai test ma anche quello di spingere istituzioni e servizi pubblici a migliorarne e incrementarne le opportunità di accesso. Il fenomeno del sommerso è oggi, rispetto a queste patologie, uno dei principali problemi di salute pubblica in Europa e nel mondo. Le stime ci dicono che, nel nostro continente, Italia compresa, almeno una persona con HIV su quattro non sia consapevole di aver contratto il virus dell’HIV. Analoghe sono le stime di UNAIDS a livello globale. Nel nostro paese oltre la metà delle diagnosi avviene, inoltre, con grave ritardo rispetto al momento in cui si è contratto il virus (late presenters), spesso quando si è già in fase di AIDS conclamata e, dunque, quando l’organismo è già molto compromesso. Questo fenomeno ha costi sociali e sanitari altissimi poiché ritarda l’accesso alle Terapie Antiretrovirali (ART) ne compromette l’efficacia e aumenta i rischi di trasmissione. Chi scopre di avere l’HIV e accede tempestivamente alle terapie Antiretrovirali, pur non “guarendo”, può però mantenere uno stato di salute e un’attesa di vita molto simili a quelle della popolazione generale. I trattamenti odierni possono, inoltre, abbassare la presenza di virus nel sangue a livelli tali da renderlo non più rilevabile. Le persone con HIV che raggiungono e mantengono questo stato clinico non trasmettono il virus. E’ il principio della TasP, “Treatment as Prevention”: il trattamento ART, quando permette la soppressione della carica virale, diviene, cioè, anche un fattore importantissimo di prevenzione generale perché interrompe la catena dell’infezione. Nel nostro paese una quota preponderante delle oltre 100mila persone con HIV in cura presso i centri d’infettivologia, tra l’85% e il 95%, è in soppressione virologica, dunque, non infettiva. I maggiori rischi di trasmissione giungono invece da quella fascia di popolazione che non sa di avere l’HIV.
Analoghe considerazioni riguardano le epatiti virali. Nella regione europea dell’OMS le persone con epatite B e C sono stimate, rispettivamente, in quindici e quattordici milioni, la grande maggioranza non diagnosticate e, dunque, senza una cura. Tra loro, solo il 3,5% riceve i trattamenti necessari, nonostante esistano cure innovative che possono portare a una completa guarigione.
La LILA aderisce anche a questa settimana “pilota”, rafforzando l’offerta di test rapidi per l’HIV, anonimi e gratuiti, in ben nove sedi: Bari, Catania, Cagliari, Como, Lecce, Milano, Piemonte, Toscana, Trento. In tutte le sedi sarà possibile anche effettuare i test per l’HCV.
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