Nella giornata di ieri si è tenuto un evento al Parlamento Europeo sull’omofobia nello sport (Sport vs Omofobia, una partita da vincere, il titolo), organizzato da Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Tomasz Frankowski, europarlamentare del Ppe e da Marc Tarabella, del gruppo S&D.
All’incontro ha preso parte anche il 30enne Armin Ekdal, calciatore svedese cresciuto nelle giovanili della Juventus, per poi passare al Siena, al Bologna, al Cagliari, all’Amburgo ed infine tornare in Italia grazie alla Samp, dove gioca dal 2018. Ekdal ha spedito un video al Parlamento Europeo, dove è tornato a puntare il dito contro l’omofobia nel calcio.
In un mondo ideale nessuno dovrebbe sentirsi a disagio nel dichiararsi omosessuale, che sia nella vita o nel calcio. Ma purtroppo la realtà è molto diversa. Sfortunatamente nel nostro sport non è così: solo otto giocatori hanno dichiarato di essere omosessuali. Molti altri vorrebbero farlo ma evitano, per paura. È un ambiente dove l’omofobia è ancora diffusa. Questi giocatori sono preoccupati di diventare un bersaglio per gli insulti e lo scherno, sia dentro che fuori dal campo. Come risultato si sentono obbligati a nascondersi, fuggire, vivere nella paura. Ecco perché dobbiamo reagire, utilizzando l’istruzione come una forza per un cambiamento positivo. Che società siamo se un ragazzino non può seguire il suo sogno di diventare un calciatore per via del suo orientamento sessuale? Essere omosessuale non definisce te come persona, ma determina solo chi trovi attraente. Ognuno di noi è parte della razza umana e abbiamo una passione in comune. Amiamo il calcio. E questa è la cosa più importante.
Ekdal è sposato e ha una figlia.
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