Attualmente in onda con Domenica Live, Pomeriggio Cinque e Live – Non è la D’Urso, nonché a breve di nuovo su Canale 5 con la sedicesima edizione del Grande Fratello ‘classico’, Barbara D’Urso è tornata ad esprimere la propria vicinanza alla comunità LGBT dalle pagine di Rolling Stone Italia.
La conduttrice Mediaset, che poche settimane fa ha messo in difficoltà il vicepremier Matteo Salvini, ha nuovamente stroncato l’imminente Congresso mondiale della Famiglia, che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo.
Recentissimamente ho avuto come ospite, a Pomeriggio Cinque, la senatrice Monica Cirinnà. Ovviamente l’ho accolta con le mie strisce di stoffa rainbow. Le stesse che ho mostrato a Matteo Renzi, quando era premier, per dirgli: «Matteo, io voglio la legge sui diritti civili». Forse alcune famiglie bigotte – poche per fortuna – mi vedranno come il diavolo, ma penso sia solo una questione di tempo e tutti lo capiranno: l’amore tra due persone adulte e consenzienti è semplicemente amore. Non si può predicare l’amore e al contempo osteggiare chi ama.
Tra i presenti all’evento scaligero, incredibile ma vero, il ministro Lorenzo Fontana e il senatore Pillon, che la D’Urso affronterebbe in questo modo.
Li porterei a cena, offrirei loro un bicchiere di Gewürztraminer, così si rilassano un attimo. E direi loro che, nella vita, può capitare a tutti. Magari potrebbero essere così fortunati da avere un nipote o un figlio omosessuale. E poi? Come si rapporterebbero? Se avessero un nipote omosessuale o un fratello che, domani, ha il coraggio di dire che è gay, cosa farebbero? Lì non c’è amore? Nella famiglia che si costruisce un fratello, uno zio, un nipote, il loro migliore amico, non c’è amore? Io frequento e ho la fortuna di frequentare solo gay – infatti non troverò mai il fidanzato (ride, ndr) – e ho amici che stanno insieme da 15 anni. Quello è amore.
Una battaglia, quella per i diritti LGBT, che negli ultimi anni la conduttrice ha fatto sua, ospitando quasi quotidianamente esponenti della comunità, affrontando casi di omofobia, lanciando appelli alla politica italiana.
È una battaglia che porto avanti da 11 anni. Ultimamente molti si sono riempiti la bocca – come quelli che, solo adesso, fanno la battaglia contro le violenze sulle donne – ma per me questa cosa è talmente normale, che è proprio nel mio DNA. Per cui – visto che ho la fortuna di andare in televisione tutti i giorni e di parlare alla gente – è mio dovere portare avanti una lotta sulla normalità. Perché davvero la famiglia è dove c’è l’amore. A Live – Non è la D’Urso il Professor Meluzzi ha annunciato che sarebbe andato al congresso di Verona. Gli ho detto ‘Scusa, già che ci siamo, quando vedi Fontana ricordaglielo che la famiglia è dove c’è amore’. Mi fa incazzare sapere che c’è ancora gente che non capisce, che c’è ancora gente che si vergogna, che dice che non bisogna venire da me, in trasmissione, a raccontare che si è gay. Queste persone non hanno capito niente: bisogna usare il mezzo televisivo. Io arrivo nelle famiglie di ampie vedute come in quelle – ad esempio – del paesino sperduto dove ci sono ragazzi che vivono con terrore il fatto di confessare ai genitori la propria omosessualità, che magari sono vittime di bullismo a scuola, e che magari arrivano a farsi del male. Ma stiamo scherzando? È una follia.
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