Luca Argentero dal vivo non è bello: è qualcosa di inenarrabile. Poi, quando inizia a parlare e a rispondere alle mille domande, ci si accorge pure di quanto sia intelligente e rispettoso nei confronti di quello che la vita gli ha regalato. Non parla molto, ma quando parla, non sbaglia un colpo. “Se non avessi fatto l’attore, molto probabilmente, avrei seguito le orme paterne e sarei stato un costruttore”, mi racconta, tutto sorridente, il protagonista del nuovo film di Max Croci “Al posto tuo”, e aggiunge: “Della popolarità mi piace tutto, ma trovo sgarbata la pressione che subisco da parte del gossip. Penso che sia sbagliato dover soffrire per soddisfare la morbosità di lettori ed editori, interessanti al mio privato”. E, in attesa di vederlo in una veste tutta nuova, nel prossimo film di Claudio Amendola (Il Permesso, ndr), l’Argentero del cinema italiano parla, in esclusiva, della sua ultima fatica, del suo passato televisivo, della popolarità e del suo pubblico più fedele, chiedendosi anche: “e se un domani mio figlio fosse gay, cosa farei?”.
Per amor di battuta: e se l’attore Luca Argentero non fosse “al posto suo”, oggi, che lavoro avrebbe fatto?
Penso che avrei seguito le orme paterne e avrei fatto il costruttore, come lui e soprattutto con lui, nella piccola impresa di famiglia.
Ha mai pensato, lavorativamente parlando, ma chi diavolo me l’ha fatto fare?
Direi proprio di no. Sono molto felice di quello che faccio. Mi considero un privilegiato, il mio lavoro è anche una mia grandissima passione e non credo si possa essere più fortunati di così.
Il personaggio che interpreta nell’ultima fatica di Max Croci è narciso, arrogante e pieno di sé. Le somiglia un pochino?
Per fortuna, non abbiamo nulla in comune se non l’attenzione, maniacale, al cibo sano.
Al posto tuo è una commedia, mentre prossimamente uscirà nelle sale anche con un film drammatico. L’Argentero del cinema italiano dove preferisce collocarsi: nella commedia o nel cinema impegnato?
Mi piace collocarmi, sul set, il più tempo possibile in generale! Non bado molto al genere, mi piace proprio stare lì e accettare ogni volta la nuova sfida.
E’ la seconda volta che torna sul set con Ambra Angiolini. Com’è stato tornare a lavorare con lei?
Emozionante. Ricordarci quel periodo, insieme, su un set così importante e che è stato così travolgente per il nostro percorso lavorativo, è stato molto intenso. Saturno Contro è stato uno spartiacque; è un ricordo davvero indelebile.
Ambra è da sempre un’icona gay e anche lei, negli anni, è riuscito a conquistarsi una buona fetta di mercato rainbow. La imbarazza ricevere attenzioni da persone dello stesso sesso?
A me imbarazza solo la maleducazione e mi creda che quella può arrivare davvero da chiunque.
Si è mai chiesto come mai piace così tanto al pubblico gay?
Perché il pubblico gay ha buon gusto.. (ride, ndr).
Come reagirebbe se un domani suo figlio le dicesse: “Papà, sono gay!”?
Lo abbraccerei e gli direi che sono molto felice di vederlo sereno.
In Saturno Contro e Diverso da chi? Interpretava un omosessuale. Non le è mai capitato che poi qualcuno confondesse la vita reale, da quella cinematografica?
No, e le dirò: visto che nel prossimo film sarò un carcerato omicida, spero che nessuno si confonda mai (ride, ndr).
Ventiquattro film in dieci anni. L’avrebbe mai detto?
E’ incredibile anche per me! Non riesco mai a capacitarmi di tutto quello che mi è successo…
Piuttosto, c’è qualche film che toglierebbe volentieri dal suo curriculum?
No, tutti sono stati un’esperienza dalla quale ho imparato qualcosa, anche quelli che hanno avuto risultati meno soddisfacenti in termini di incasso o di critica.
E’ l’unico personaggio che è riuscito, negli anni, a togliersi di dosso l’etichetta di un passato televisivo. Come ha fatto?
Non ne ho idea, io ho sempre pensato a fare bene quello che mi veniva chiesto di fare. E poi sono sicuro di aver detto molti più no, che sì.
Oggi che rapporto ha con la popolarità?
Penso di vivere una vita piuttosto normale, non mi privo di quasi nulla, evito giusto lo shopping del sabato pomeriggio in centro e comunque, in genere, preferisco un bosco o un parco. Ogni tanto trovo sgarbata la pressione del gossip: penso sia sbagliato dover soffrire per soddisfare la morbosità di editori e lettori interessati al privato degli altri. Credo darebbe fastidio a chiunque.
Le capita mai di soffermarsi a pensare a dove è arrivato?
Si certo, ma non credo di essere arrivato proprio da nessuna parte. Sono in cammino, come tutti.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.