Andare oltre le aspettative con uno come Marcelo Burlon che delle aspettative, tra collezioni e sfilate, ne ha fatto la sua cifra, non è poi così facile. Quando lo chiamo è in partenza per Hong Kong e prima di lasciarlo ad un volo di quasi dodici ore, lo stilista dal fatturato annuo che supera i venti milioni di euro e che ha reso immancabili capi con stampe di serpenti ed ali d’uccello, si racconta tra passato, presente e un futuro sempre più televisivo.
Marcelo, cosa ti ha spinto ad accettare questa nuova sfida televisiva a Pechino Express?
La verità? L’idea di entrare a far parte di un contenuto di qualità. Costantino con tutto lo staff della Magnolia sta portando in onda un progetto importante dove alla base c’è la qualità. Poi, ad onor del vero, volevo provare a fare un’esperienza di questo tipo. Volevo mettermi a nudo, senza stare a pensare al cellulare o al personaggio.
E che bilancio faresti?
Un bilancio super positivo. È stato un viaggio che mi ha permesso di guardarmi dentro come non avevo fatto mai.
Non hai mai pensato all’idea che un’esperienza così pop potesse, in qualche modo, danneggiare la tua immagine?
Assolutamente, no! Non sono così interessato all’immagine come si può pensare. Scelgo le cose da fare in base al cuore e non in base a quello che è più giusto per me o per il mio lavoro.
Michele, il tuo compagno di squadra, non sembra così entusiasta del nome della vostra squadra. Vale anche per te?
(ride, ndr) Sì! La verità è che noi non siamo così modaioli! Per noi la moda è lavoro, ma non siamo così maniaci. Che poi modaioli sembrerebbe una presa in giro, invece Costantino mi ha spiegato l’origine.
Che sarebbe?
Ne parlò Miuccia Prada in un’intervista, e se lo dice lei va benissimo.
Il fatto di aver affrontato un viaggio così estremo con Michele è stato un valore aggiunto?
Beh, sì! Conoscendolo molto bene, sapevo che mi sarei trovato in difficoltà, in termini di convivenza, ma tutto sommato il nostro rapporto si è persino rafforzato. Lui, sui social, fa il fico. Fa vedere le gambe, l’addome, le pose, ma è un comico nato.
Se non fossi partito con lui, con chi ti sarebbe piaciuto partire?
Non saprei, forse con il rapper Sfera Ebbasta.
Qual è stata la cosa che ti è mancata di più mentre eri dall’altra parte del mondo?
Mi credi se ti rispondo con un bel ‘niente’? Avevo tutto ciò di cui avevo bisogno: cinque magliette bianche, chiunque nere e tre pantaloncini. E poi, finalmente, ero lontano dal cellulare. Ho riscoperto la comunicazione con gli occhi, con le parole più semplici e con i gesti. Che meraviglia. Oggi siamo sempre disturbati da un sms, da un WhatsApp qualsiasi o da una telefonata e dovremmo tutti fare un passo indietro. Le persone non comunicano più. Io, ad esempio, una volta rientrato, non riuscivo neanche a tenere in mano il cellulare.
E una volta tornato nel bel Paese, qual è stata la prima cosa che hai fatto?
Sono scappato ad Ibiza! Quest’esperienza mi ha cambiato la vita. Fare Pechino è come vivere una vita intera in un mese circa. Si vivono, in quei pochissimi giorni, tutte le emozioni di una vita.
Delle squadra in gara qual è quella con la quale ti sei trovato meglio in assoluto?
Con le #clubber e con i #maschi.
E quella con la quale non condivideresti neanche una serata in discoteca?
Nessuna. Pechino è un gioco. C’è stata della rivalità, della sana competizione, quello sì, ma niente di così compromettente.
Michele non ha fatto mistero della sua devozione nei confronti di Antonella Elia. Anche tu hai subito il fascino dell’ex lolita di Non è la Rai?
Io Antonella credevo di conoscerla ancor prima d’incontrarla. È realmente così, mi è tanto simpatica, ma nel gioco, ovviamente, eravamo avversari.
Dicono che questa sia l’edizione più queer in assoluto. Secondo te qual è la squadra che rappresenta a pieno quest’aggettivo?
Posso dirti la verità? Io odio tutte queste definizioni. Il mio mondo è formato da persone. Poi c’è l’etero, c’è quello gay, c’è la transessuale, ma non sto a badare al contorno, ma molto di più all’essenza.
Tutti conosco la tua arte, ma si sa ben poco della tua vita privata. Ad esempio: sei fidanzato?
Io sono sposato, ma con i miei amici! Per i miei quarant’anni ho celebrato un matrimonio tra me e loro. Non m’interessa fidanzarmi. Sono liberissimo, sessualmente parlando. Metto tranquillamente la mia faccia sulle app d’incontri, perché anche lì non amo nascondermi.
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