Non è certo la prima volta che succede durante un reality e non sarà neanche l’ultima, con molta probabilità.
Massimo Scattarella, il mister muscolo pugliese della casa del Grande Fratello, parlando di sua sorella con Veronica, si è fatto scappare quella che in molti hanno definito bestemmia ma che probabilmente è più un’espressione blasfema, di certo scurrile e irriverente, proprio come se stesse chiacchierando con un’amica a casa sua. Tutti coloro che sono incappati nello stesso errore strategico prima di Massimo, sono stati espulsi dai reality a cui stavano partecipando e per il concorrente palestrato potrebbe profilarsi la stessa sorte.
In poche ore, infatti, si sono scatenate alcune associazioni tra cui il Codacons, alle cui lamentele si è subito unito il Moige, per chiedere che nei confronti di Massimo gli autori prendano provvedimenti.
«Come per i precedenti casi registrati nelle altre edizioni del Gf, chiediamo a Canale 5 di prendere provvedimenti nei confronti del concorrente – ha dichiarato a Corriere.it Carlo Rienzi, presidente del Codacons – considerato che la frase pronunciata (che più che una classica bestemmia sembra una generica blasfemia) ha potuto urtare la sensibilità di molti telespettatori che in massa si stanno rivolgendo alla nostra associazione». «Resta il fatto – conclude Rienzi – che da questi reality show emerge sempre più un linguaggio scurrile e volgare, che oramai viene ampiamente tollerato dagli autori dei vari programmi, ma che rappresenta un imbarbarimento della nostra tv e un modello altamente diseducativo per i giovani».
Di tutt’altro avviso l’Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e consumatori che in una nota dichiara: «Nella trasmissione Grande Fratello uno dei concorrenti ha pronunciato una bestemmia e questo è bastato per scatenare i vari bigotti d’Italia per chiedere l’espulsione del concorrente. Invitiamo questi bigotti, nella loro azione moralizzatrice, ad aprire meglio orecchie e occhi e ascoltare tutte le parolacce che vengono pronunciate in televisione, in fasce protette e no e, per essere coerenti».
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