Per la comunità gay italiana non è sempre semplice comprendere l’approccio degli omosessuali di altri paesi al mondo dell’hard gay. Se da noi viene ancora considerato soprattutto come qualcosa da non prendere troppo sul serio, di cui al massimo si può scherzare fra amici, altrove è una vera e propria questione di principio. Lo dimostra il polverone sollevato dal caso di Todd Klinck, il gestore del Goodandy’s (un locale di Toronto, in Canada). Il porn performer canadese Pierre Fitch era stato ospite in questo locale,e qui si era dimenticato 14 copie del suo DVD Playng With Pierre: a quel punto Todd Klinck si era recato dal corriere espresso FedEx per spedirgli il tutto, ma il corriere ha voluto ispezionare il pacco e dopo aver visto il contenuto si è rifiutato di consegnarlo! Un episodio apparentemente grottesco (visto che quei DVD sono legali), che però sta facendo il giro della rete da diversi giorni, infervorando gli animi e spingendo un numero crescente di gay canadesi a boicottare FedEx.
L’episodio diventa particolarmente irritante se si considera che Pierre Fitch è uno dei porn performer che meglio rappresenta lo sdoganamento di questa professione negli ultimi anni, tant’è che ha appena finito di girare un documentario sul suo ultimo tour in Australia (potete vedere una preview sul sito https://www.pierrefitchdocumentary.com/), che prossimamente dovrebbe essere trasmesso addirittura da MTV in USA, Canada e Australia. Il titolo del documentario, prodotto proprio da un regista australiano (il pluripremiato filmaker Walter Collins), è "My life: a porn star" e promette già di diventare un piccolo cult nel suo genere, anche perchè per la prima volta si propone di seguire giorno per giorno la vita di un giovane porn performer gay ancora in attività. Pierre Fitch contribuirà a dissipare l’alone di mistero e pregiudizio attorno alla sua professione? Staremo a vedere, anche se per un gay porn performer che potrebbe riscattare la categoria ce ne sono altri che sembrano voler confermare i peggiori pregiudizi che li accompagnano. L’ex porn performer Jeremy Jordan, ad esempio, è stato uno dei nomi più quotati della Falcon fra la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000 (grazie anche alla sua relazione col collega Jason Hawke) e recentemente ha dato una pessima prova di sé.
Infatti molti suoi fans lo hanno riconosciuto mentre si esibiva sul noto sito amatoriale Cam4, fumando una dose di crystal (uno stupefacente poco noto in Italia, ma tristemente famoso nei club gay americani). Anche questa volta il “caso” ha infiammato il web, animando una buona dose di polemiche, anche se è bene ricordare che Jeremy Jordan appartiene all’ultima generazione di gay pornstar pre-internet: una generazione di performer decisamente meno consapevole e sensibile di quella attuale. Allo stesso modo le piccole compagnie che si occupano di hard gay su internet, e che negli ultimi anni sono sbucate come funghi reclutando materia prima soprattutto in nazioni povere, si fanno molti meno scrupoli delle major del settore, sfruttando una gran quantità di ragazzi (spesso molto giovani e inesperti) senza preoccuparsi troppo della loro salute e di come possono compromettere il loro futuro. Ad affrontare questo spinoso problema ci pensa un altro documentario, prodotto da Danimarca e Finlandia (dove certi argomenti non sono certo un tabù) e che si propone di indagare i risvolti meno incoraggianti dell’industria dell’hard gay nell’europa orientale.
Si intitola "All Boys" ed è stato un titolo molto acclamato e discusso nei festival gay di mezzo mondo, dove peraltro dovrebbe debuttare presto anche un documentario sulla storia della casa di produzione Falcon. Non ci è dato ancora sapere se e quando documentari come questi vedranno la luce nel nostro paese, ma è evidente che testimoniano come l’hard gay sia un fenomeno che sta assumendo una dimensione sempre più sociale e culturale rispetto al passato, e non solo per le principali nazioni che lo producono. Non ci è dato sapere cosa possa significare nel prossimo futuro, ma di certo non stiamo più parlando solo di un passatempo per chi non trova di meglio da fare.
di Valeriano Elfodiluce
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