Liberté, égalité, nudité. Solo la libertina Francia poteva inventarsi la serie che si candida a essere la più eccentrica ed originale dell’estate: s’intitola ‘Nu’ (‘Nudo’) ed è un bizzarro poliziesco naturista che ha esordito il 7 giugno sul canale a pagamento Ocs Max solleticando pubblico e critica transalpini. Siamo nel 2026, un futuro prossimo in cui vige una draconiana Legge della Trasparenza che, per timore del terrorismo, impone a chiunque di stare completamente nudo in pubblico.
Ma uno dei promotori di questa legge, un giovane uomo, viene trovato deceduto e inopinatamente vestito (scandalo!). L’inchiesta è affidata al poliziotto Frank Fisch (Satya Dusaugey) che però è stato otto anni in coma e al risveglio rimane sbigottito all’idea di dover rispettare la nuova legge e non si capacita di come la gente si sia ormai abituata a vivere pubblicamente senza alcun vestito addosso.
Affiancato dalla graziosa collega Lucie (Malya Roman), rispettosa delle nuove norme e quindi bardata col solo cinturone della pistola e giubbotto d’ordinanza, Frank inizia l’indagine imbattendosi in un gruppo di ribelli nostalgici del caro, vecchio abito da ‘tessili’, come i naturisti chiamano chi non ama spogliarsi in pubblico.
La maggiore curiosità di Nu, dieci puntate di 22 minuti per la prima stagione, sta probabilmente nel tono adottato: la nudità non è un elemento comico, alla stregua di Nudisti per caso, né tantomeno lo sguardo è antropologico come in Los Decentes; si evita inoltre ogni voyeurismo pruriginoso, quindi la tenuta adamitica dei personaggi è tutto fuorché eccitante. Si vuole piuttosto fare una satira sulle certezze borghesi cercando di mantenere alta la tensione come in un vero poliziesco, con scene action e sorprendenti colpi di scena.
“Abbiamo stravolto tutti gli archetipi narrativi delle serie poliziesche con la nudità – spiega l’ideatore Olivier Fox – Superati i primi cinque minuti un po’ bizzarri, recitare nudi non ha creato alcun problema, perché la situazione giustificava l’essere senza vestiti. Quindi sì, non si nasconde la nudità, ci sono nudi integrali frontali ma non si cade nel voyeurismo. Abbiamo cercato un equilibrio”.
“L’idea mi è venuta in seguito agli attentati del 13 novembre – continua Fox – Ho incrociato alcune pattuglie ‘Vigipirate’. La loro missione non sarebbe molto più semplice se fossimo tutti nudi? Potrebbero istantaneamente trovare chi trasporta un’arma o una bomba”.
Girato in economia e in tempi assai rapidi – 24 giorni – dalla casa di produzione Capa, Nu non usa stratagemmi come le parti intime ‘blurrate’ alla stregua del reality L’isola di Adamo ed Eva, quindi avrà più difficoltà ad essere venduto all’estero. Olivier Fox sta comunque già lavorando alla seconda stagione.
Le Figaro sostiene che ci sarebbero produttori americani e italiani interessati a fare un adattamento di Nu, ma non fa i nomi.
Chissà se lo vedremo mai da noi, in versione integrale, ça va sans dire!
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