"Siamo tutti profondamente anti-Costanzo, nel senso che non ci piace che tra un malato di Aids, una stuprata e uno con un tumore da qualche parte, si infili ogni tanto un gay o un disadattato". Così, in due parole Giusto Toni direttore enerale di Multithematiques Italia, società editrice di Canal Jimmy, spiega come sarà la tv prossima ventura. Una tv che dia spazio a tutte le voci che non riescono a trovarlo, appunto, nella "massa" dei Maurizio Costanzo, dei Michele Cucuzza, dei Vittorio Sgarbi e compagnia bella.
E quindi, una tv che dia voce anche ai gay. Questo è l’intento con cui nasce e si sviluppa il progetto di Canal Jimmy: costituirsi come "Canale delle differenze", che tra poche ore (alle 21 di giovedì 21 marzo, inizio di primavera…) inaugurerà una vera e propria serata gay, intitolata Good As You: tutto il giovedì sera in tv all’insegna della gaiezza, con un magazine (Good As You, appunto: clicca qui per lo speciale) realizzato da una redazione tutta italiana composta da quattro gay, la presentazione di una sitcom anglosassone di grande successo (e dal contenuto provocatorio…) come Metrosexuality (clicca qui per sapere meglio cos’è) e un film a tematica gay.
Se siete curiosi di sapere cosa esattamente sarà la punta di diamante di questa settimanale serata gay televisiva, cioè il magazine quindicinale Good As You, dovrete attendere la conferenza stampa prevista per martedì 19 marzo, e di cui Gay.it vi riferirà approfonditamente (stay tuned…). Intanto trapela che uno dei conduttori è un ex componente dello staff di un leader politico italiano. Si tratta di un ventiseienne, veneto, single e ovviamente gay. I conduttori saranno in tutto quattro – due ragazzi gay, una ragazza lesbica e una transessuale – con la presenza "etero-disturbatrice" di Pierluigi Diaco. I quattro conduttori sono anche la redazione del magazine che seleziona i temi e le notizie da trattare. I quattro domani, alla conferenza stampa di presentazione, risponderanno anche alle polemiche, sorte nel mondo della tv, della comunicazione e nella stessa comunità omosessuale, sull’opportunità e la necessità di un programma tv fatto da gay per i gay.
In attesa della conferenza rivelatrice, abbiamo cercato di capire, insieme al direttore di Canal Jimmy Giusto Toni (foto), quanto spazio ci sarà per i gay in questo "Canale delle differenze".
Giusto, quanto bisogno c’è in Italia di una tv gay?
Noi abbiamo fatto un ragionamento molto crudo: dalle indagini statistiche risulta che in Europa l’omosessualità riguarda tra l’8 e il 10% della popolazione. E inoltre siamo tutti profondamente anti-Costanzo, nel senso che non ci piace che tra un malato di Aids, una stuprata e uno con un tumore da qualche parte, si infili ogni tanto un gay o un disadattato… Mi incazzo solo a parlarne… Allora – ci siamo detti – visto che circa il 10% della popolazione può essere interessato a queste tematiche, sarebbe bello realizzare un magazine che parla dell’omosessualità, fatto non per gli omosessuali (sennò facciamo il ghetto), e non in maniera pietistica alla Costanzo, ma che parli anche agli etero. Io ho un po’ paura degli estremi, cioè un programma gay per i gay, oppure il programma col gay voltato di spalle che racconta il suo essere gay come se fosse uno che ha trucidato trecento prigionieri in Bosnia; non mi sembrano approcci corretti. Esiste una realtà che è l’omosessualità: noi la vogliamo raccontare, semplicemente. In fondo, in un’azienda come la nostra, dove siamo in cento, statisticamente dovrebbero esserci dieci gay: può darsi che noi lavoriamo da sempre a contatto con dei gay e non lo sappiamo, ma forse non lo sanno neanche loro… Insomma si innesca un meccanismo che secondo me può essere interessante portare in televisione.
In questo come influisce la scelta di conduttori non professionisti?
La scelta di prendere dei conduttori-autori che fossero vergini rispetto alla televisione, è per cercare di dare la cosiddetta "visione laterale": chi sta dentro il business dello spettacolo è preoccupato della sua figura, dei canoni tradizionali dello spettacolo, ecc. Invece i conduttori di Good As You sono quattro persone, ognuna con la sua storia: così il programma ci piacerebbe fosse come una chiacchierata in pizzeria tra amici…
Né denuncia né rivendicazione, allora, ma solo spazio per discutere…
Sai, essendo in Italia, anche se parli in maniera molto tranquilla di alcune tematiche come possono essere matrimonio o adozione per i gay, è naturale che comunque ci sia anche una denuncia. Tuttavia credo che per le denuncie ci siano situazioni e contingenze più adatte. Naturalmente, se nel programma ci sarà un servizio sull’adozione gay, mi immagino che ci sarà qualcuno che si incazzerà e che avrà qualcosa da dire: ben venga, e se uno può controbattere alcune tematiche che verranno proposte dal programma in maniera intelligente, io non avrei nulla da ridire ad invitarlo in trasmissione, anche se questa scelta sta ai quattro conduttori. E’ anche ovvio che se la posizione sarà "tipo Sgarbi", allora chi se ne frega: lui farà i suoi articoli su Libero o su quello che gli pare e pazienza…
Si parla sempre di una particolare propensione dei gay per il mondo dello spettacolo: secondo te, c’è contiguità tra ambiente della televisione e comunità gay?
Io, nei venti anni passati in televisione, ho conosciuto tantissimi gay che ci lavorano. Forse perché hanno una maggiore sensibilità? Non lo so, non mi sono mai posto il problema. Molti sono dichiarati, molti non lo sono, molti per nascondere il loro essere gay hanno atteggiamenti più conservatori della gente comune. Sono dappertutto, anche se, al di là dei personaggi più famosi, credo che il mondo degli autori televisivi vanti tantissimi omosessuali che ci lavorano con dei risultati strepitosi.
Canal Jimmy è un canale tematico della piattaforma di Tele+ Digitale, e, contrariamente a quanto avviene nelle altre emittenti in cui proposte di trasmissioni gay vengono ostacolate a lungo e infine spesso affossate, in questo caso Tele+ ha appoggiato da subito il progetto "Good As You" di Canal Jimmy: «Tele+ ha come slogan e carta di identità quello di "Libertà digitale", una tv con la vocazione alla libertà televisiva e al rispetto delle differenze – afferma Giancarlo Loquenzi, direttore delle relazioni istituzionali di Tele+, e gay dichiarato – Quando abbiamo saputo che Canal Jimmy voleva proporre un nuovo formato di programma di informazione fatto dai gay per i gay, ci è sembrata un’occasione ottima per confermare questo nostro essere una sorta di "Arca di Noè" della televisione, che vuole salvare tutto ciò che è prezioso dal diluvio indistinto della tv generalista».
«Mettere la nostra capacità di creare "libertà digitale" al servizio di Canal Jimmy e di questa iniziativa – ci ha detto Loquenzi – ci è sembrato una conferma della volontà di Tele+ di crescere come terzo polo della televisione in generale che garantisce ai suoi abbonati il pluralismo intellettuale o culturale».
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