Si prospetta un’edizione numero 70 da fuochi d’artificio per il Festival di Sanremo 2020. Ancora prima del suo debutto su Rai Uno, previsto il prossimo 4 Febbraio, la kermesse che celebra la musica italiana è stata presa di mira da critiche, a volte anche ingiustificate. Dopo le accuse rivolte ad Amadeus, quelle che sono state rivolte al rapper Junior Cally hanno scatenato una vera e propria bufera. L’artista in gara con il brano “No Grazie”, è stato al centro di diverse polemiche per un testo del 2018 in cui. Secondo i più attenti, avrebbe incitato alla violenza sulle donne, al sessismo e alla misogina. Una diatriba che ha avuto persino un impatto sulla politica di oggi, tanto è vero che 29 deputate di diversi schieramenti, hanno firmato una lettera indirizzata ai vertici Rai per chiedere l’esclusione del rapper dal Festival di Sanremo.
Sanremo 2020: l’edizione delle polemiche
Una polemica che è diventata un vero e proprio caso nel corso degli ultimi giorni. Secondo le ultime indiscrezioni però, pare impossibile squalificare a priori un artista dalla Kermesse. Sulla questione, nel corso della giornata di domenica, interviene persino Loredana Bertè. La celebre artista italiana che proprio lo scorso anno ha fatto faville al Baglioni Bis, scende in campo contro la violenza di genere. E lo fa in un post pubblicato sulla sua fanpage.
Loredana Bertè e l’appello ai giornalisti del Festival
La Bertè chiede ai giornalisti presenti in sala stampa, di escludere a priori e da ogni possibile candidatura per il Premio della Critica Mia Martini, qualsiasi artista che possa promuovere attraverso i testi ‘violenza fisica o verbale verso le donne o misogenia in genere’. Loredana Bertè velatamente si schiera contro Junior Cally, chiedendone la squalificazione dal Festival di Sanremo 2020. Secondo il suo punto di vista, non sarebbe giusto affidare una onorificenza del genere a cantanti che inviano un messaggio sbagliato attraverso i loro testi. ‘Mia sorella è stata vittima per anni di bullismo verbale e non credo che avrebbe mai voluto che il suo nome fosse associato a certi soggetti’.
Il testo del 2018 ‘Si chiama Gioia’ è stato ritenuto eticamente inaccettabile. Junior Cally in un’intervista pubblicata su Il Fatto Quotidiano, fa sapere quanto è dispiaciuto per tutto quello è accaduto, affermando: ‘non era mia intenzione ferire nessuno’. La critiche, ovviamente, si sono abbattute anche su Amadeus, l’unico che avrebbe dovuto valutare i testi in gara con più attenzione.
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IO NON LI ESCLUDEREI X CIO' CHE SCRIVONO MA XCHè cio' che scrivono non ha affinita' con l'arte e con la musica non c'entrano nulla.sanremo è il festival della musica. ma di canzoni belle non se ne veedranno neanche quest'anno.infatti il festival deve essere pilotato dalla curiosita' gossipara x poter essere guardato. proprio xchè di belle canzoni non se ne parla.
Ma per favore, proprio ad Amadeus si chiede la fatica di scelta? Ma lasciatelo nel suo beato limbo, ma perchè uno così deve presentare Sanremo e la Bertè ha ragione e poi che senso ha scrivere quelle cretinate? Il rapper di noi altri, ma va a bere ancora il latte che è meglio!